Una voce inconfondibile, un sorriso contagioso, l'autoironia tipica delle menti brillanti, una onestà di pensiero e di modi che la rendevano vera, un'irriverenza all'etichetta, al bon ton, alla moda, sfoggiata con l'orgoglio di chi guardava la sostanza delle cose.
Se ne va all'età di 83 anni Pina Pizzichelli, nome storico del giornalismo eugubino, corrispondente della Rai regionale, firma dell’Eugubino, del Buratto, instancabile collaboratrice di Radio Gubbio con cui aveva instaurato un rapporto prezioso dalla fondazione fino ai giorni nostri, interrotto solo dal Covid.
Classe 1938, diploma magistrale, laurea in lingue all'Università di Urbino, dopo un primo impiego alle Poste, l'insegnamento è stato il suo modo di approcciare con il mondo dei giovani, amatissimi, a cui nei suoi servizi giornalistici ha sempre riservato spazio, raccontando successi, speranze, talenti.
Eugubina, ceraiola santantoniara fin nel profondo. Quando si parlava della sua Gubbio, la sua lucidità lasciava spazio al cuore nel difendere, anche oltre il terzo grado di giudizio, la sua città nelle cadute inevitabili che la storia porta con sè, ma anche nell'esaltarne la millenaria memoria e tradizione. " Voi di Gualdo non potrete mai capire" diceva in una redazione di Trg in parte "straniera". Eppure la curiosità di una giornalista vera non le impediva di guardare altrove, aldilà del Chiascio, aldilà dell'Appennino e il suo telefono giungeva a importunare chi non avresti mai pensato di raggiungere nei ministeri, nelle accademie nazionali fino all'estero. La sua immaginazione e la sua voglia di raccontare non si lasciavano fermare da una cartina geografica, la sua proverbiale, utilissima disinvoltura , sapeva andare oltre l'opportunità.
Una disinvoltura che le consentiva di ammonire il sindaco di turno che la "menava" lunga in conferenza stampa, a tirare corto, perchè "Devo andare a casa, c'ho da fare il sugo", una frase che resta celebre tra chi come noi è del mestiere, indice non di ineleganza o mancato rispetto verso le istituzioni nè di sciatteria perofessionale, ma dimostrazione concreta di chi sapeva mettere in fila le priorità della vita e per Pina la famiglia è sempre stata al primo posto, il marito Piero e i tre figli amatissimi.
Un'amicizia di lunga data con giornalisti pressapoco della sua età, Giampiero Bedini e il compianto Giuseppe Nardelli, una fattiva collaborazione con Don Angelo Fanucci di cui ha sostenuto l'attività anche devolvendo alla causa della Comunità di San Girolamo i suoi doni di nozze.
Oggi Gubbio è più povera, più sola e sicuramente perde una delle sue menti più brillanti, ostinata fino alla testardaggine pura, ma proprio l'ostinazione nel voler sempre cercare il vero, il giusto, il buono delle cose l'ha resa il personaggio che è stato e che sempre rimarrà nei ricordi di tutti noi.
Ciao Pina, il tuo sugo lassù sarà celestiale !
Gubbio/Gualdo Tadino
20/07/2021 19:16
Redazione