Uno sciopero generale regionale contro la manovra del Governo Meloni perché "va in controtendenza rispetto alle richieste fatte da sempre dai sindacati, peggiora le condizioni dei più poveri e dei precari e strizza l'occhio agli evasori fiscali". Cgil e Uil regionali dell'Umbria lo hanno annunciato stamani incontrando i giornalisti all'hotel Giò di Perugia per illustrare ragioni e modalità di svolgimento della mobilitazione proclamata per martedì 13 dicembre: un'astensione dal lavoro di quattro ore (ma che in alcuni settori sarà estesa all'intera giornata) che sarà accompagnata da una manifestazione regionale, in piazza Italia a Perugia (ore 11), sotto il palazzo della Prefettura. Alzare i salari e le pensioni ed abbattere l'evasione fiscale è quello che principalmente chiedono i due sindacati per far cambiare direzione alla manovra. Ma tra le altre cose anche il taglio del cuneo fiscale, l'uscita flessibile a 62 anni, la detassazione delle tredicesime, degli aumenti contrattuali, e degli accordi di secondo livello. "Abbiamo deciso di dare una risposta immediata al provvedimento anche perché c'erano sul tavolo nostre precise richieste ma la manovra è già bollinata è pronta per il parlamento" ha affermato il segretario generale Cgil Umbria Vincenzo Sgalla. Anche per il segretario generale Uil Umbria, Maurizio Molinari, la manovra "va contro a tutte le richieste fatte pure al governo Draghi, anche perché siamo coerenti con le nostre idee al di là dei colori politici dei governi". Concetto ribadito anche da Sgalla: "Noi giudichiamo i governi sulla base di quello che fanno e non ci facciamo attrarre né dai governi di centrosinistra né da quelli di centrodestra". Lo sciopero, come ha poi ribadito ancora il segretario Cgil Umbria, "è solo l'inizio di un conflitto lungo se la strada a quanto pare non è quella del salario minimo ma dell'aumento del voucher a 10mila euro e l'allargamento della platea dei prestatori". Pure per Molinari questo "è un fatto gravissimo che precarizza i rapporti di lavoro". Cgil e Uil giudicano poi "gravissime" l'estensione della flat tax fino a 85mila euro ma anche "l'ennesimo condono fiscale, l'aumento del tetto all'utilizzo del contante, l'esenzione dall'uso del Pos fino a 60, il superamento del reddito di cittadinanza". Il segretario regionale della Cgil, parlando della manifestazione del 13 dicembre come rivolta anche contro l'azione del governo regionale della presidente Tesei, ha inoltre sottolineato che ad oggi "non sono sufficienti nemmeno le risposte della Regione Umbria in merito alla sanità con una vertenza ancora aperta". Sgalla lo ha fatto ricordando la mobilitazione del 22 ottobre scorso con il titolo "Vogliamo la sanità pubblica e universale" voluta da Cgil e Uil dell'Umbria. Occasione questa anche per evidenziare ancora una volta l'assenza della Cisl, dopo il tentativo fatto di ricucire lo strappo dell'unità sindacale: "La manifestazione a tema sanità per la Cisl è stata un'occasione persa e anche oggi non scendere in piazza e non protestare su questi temi significa solo che la scelta che hanno fatto sulla manovra Meloni è di carattere politico". "Questo allontanamento non lo capiamo, anche se possiamo intuire" ha ribadito Molinari.