Si è chiusa ieri la XXIV Mostra mercato del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari del comprensorio di scena a Gubbio: una chiusura tra ringraziamenti, scoop culturali e qualche immancabile polemica. I ringraziamenti arrivano dall'assessore delegato Bei Clementi “a tutti coloro che in qualsiasi forma hanno contribuito alla realizzazione della manifestazione”. “Voglio ringraziare in particolare – sottolinea Bei Clementi – tutti i cittadini di Gubbio, specialmente coloro che hanno subito dei disagi; è dovuta anche alla loro pazienza la buona riuscita". Un invito, infine, a tutti coloro che intendessero proporre suggerimenti, critiche costruttive, proposte di collaborazione. La Comunità montana dell’Alto Chiascio – conclude l’assessore – ha infatti intenzione, nel 2006, di celebrare il raggiungimento della XXV edizione nella maniera più giusta”. Pochi forse avrebbero pensato di scoprire che la parola "tartufo" ha origini umbre. A rivelarlo è stato il glottologo Augusto Ancillotti, presidente dell'IRDAU (Istituto ricerche documenti antichi Umbri) e docente all'ateneo perugino. "La parola – spiega Ancillotti – appartiene a una lingua che precede il latino sul territorio dell’Italia e questo è garantito dalla presenza della F, una spirante sorda interna, laddove invece a Roma il tartufo si chiamava ‘terrae tuber’ (tubero di terra). In italiano quindi continuiamo un termine che non è latino, ma appartenente a una lingua italica prelatina, oscoumbra. E ciò ci permette di sostenere che l’origine del consumo del tartufo è rintracciabile in questa zona gestita e controllata dagli Umbri, la più antica civiltà dell’Italia”. Non sono mancate però anche le polemiche. Dopo quelle antecedenti (con l'Assotartufai), si preannuncia qualche malumore da parte degli espositori: pur senza cifre ufficiali alla mano, trapelano indiscrezioni su un calo dei visitatori lamentato da alcuni standisti, mentre il vice presidente della Comunità Montana, Menichetti, chiude anche la vicenda dell'area agreste allestita di fronte il monumento dei Caduti divenuta oggetto di una nota di AN e prontamente rimossa: "Si trattava di semplice terra sistemata per dimostrare come viene trovato il tartufo - spiega Menichetti - Se questo viene considerato irrispettoso, sottolineo che nei contenuti e nelle modalità di utilizzo di quello spazio, non c’era niente di così gravemente scandaloso da poter suscitare sdegno o condanna. Ho fatto rimuovere il “montarozzo” perché sapevo (nell’organizzare la Mostra si deve stare attenti anche a questo) della forte perturbazione che avrebbe portato pioggia intensa nel Centro Italia nel giorno di Tutti i Santi e, questo sì, avrebbe causato disagi e difficoltà".