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Presentata la "Strada del tartufo"

Presentata anche a Gubbio la "Strada del tartufo", percorso turistico di circa 1.000 km che interessa 4 regioni ed è finanziato dal Patto dell'Appennino centrale (90 mila euro per il solo 2005 e altrettanti nel prossimo biennio)
“La Strada del Tartufo” passa per l’Alto Chiascio. E’ stato presentato anche in Umbria, nel corso della 24esima Mostra del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari - dopo l’anteprima capitolina nello scorso mese di luglio - un percorso virtuoso di 1000 km che si snoda e si sviluppa lungo le vallate e le città dell’Appennino centrale. Ottanta i comuni interessati, quattro le regioni (Umbria, Marche, Toscana ed Emilia Romagna), undici le Comunità montane attraversate da “La Strada del Tartufo”: un percorso del “gusto”, ma anche dell’arte, della natura, della storia che mette in rete territori diversi dal punto di vista geografico, ma accomunati dal tartufo e da un nutrito sistema di eccellenze, di tipicità e di testimonianze storico-artistiche. Il progetto è finanziato dal Patto Territoriale dell’Appennino Centrale, con 90 mila euro per il 2005 e altrettanti nel prossimo biennio, provenienti da fondi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dipartimento per le Politiche di sviluppo e coesione. A presentare a Gubbio “La Strada del Tartufo” c’erano il presidente del PTOAC, Patto Territoriale per l’Occupazione dell’Appennino Centrale Roberto Rossi, il direttore Ilias Tasias, il consulente enogastronomo Luigi Cremona, insieme alla “padrona di casa” Catia Mariani, presidente della Comunità Montana dell’Alto Chiascio.  “E’ la più grande strada del tartufo d’Italia – ha detto a Gubbio Roberto Rossi presidente del PTOAC – ed è un percorso interregionale, realizzato in collaborazione con le Comunità Montane (la parte umbra è curata dagli Enti montani dell’Alto Chiascio e dell’Alto Tevere Umbro), che ha richiesto un lavoro lungo e difficile per raccordare esigenze e istanze delle istituzioni coinvolte, ma che, alla fine, ha riscosso un consenso unanime anche tra gli operatori privati“. La Strada del Tartufo, infatti, oltre alle istituzioni pubbliche, è destinata a coinvolgere anche chi opera nel settore turistico-ricettivo. Ideato e pensato dall’enogastronomo Luigi Cremona, che l’ha definito “una mille miglia del tartufo”, il percorso sviluppa due aree tematiche: sviluppo economico dei territori interessati e promozione del tartufo. “La Strada esiste – ha specificato Cremona –  perché deve servire il territorio che essa attraversa, è stata pensata infatti per coloro che vi operano e lavorano. Non solo i tartufai, ma tutte le attività direttamente e indirettamente collegate al turismo enogastonomico”. Per il potenziamento e la valorizzazione della Strada Cremona ha proposto inoltre la collaborazione con l’associazione “Città del Tartufo”, presieduta dal sindaco di Sigillo Antonella Brancadoro, una “promozione del tartufo al di fuori della sua stagione d’oro (ottobre e novembre), creando eventi in periodi dell’anno diversi dall’autunno” e infine incentivare l’esportazione del pregiato fungo ipogeo nelle principali capitali europee, affinché diventi un prodotto apprezzato da un pubblico più ampio, anche straniero. “Non si può competere – ha detto il presidente della Comunità Montana Alto Chiascio, Catia Mariani – con i grandi sistemi turistici tipici di questa epoca, senza mettere in rete territori diversi nel nome di un unico ambasciatore, il tartufo”.

 


02/11/2005 09:41
Redazione
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