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No al gasdotto in Umbria: lo chiede il Prc provinciale

No al passaggio del gasdotto Brindisi-Manerbio in Umbria: lo chiede il Prc provinciale con un odg nel quale si propone un progetto alternativo per il transito di questa infrastruttura.
Sul progetto del metanodotto Brindisi-Minerbio che prevede il passaggio anche in alcuni umbri e marchigiani il gruppo provinciale del Prc attraverso i consiglieri Luca Baldelli, Guido De Prisco e Fausto Cocciari ha presentato un ordine del giorno affinchè si individui un progetto alternativo per il passaggio della infrastruttura lungo il territorio nazionale, tenendo in debito conto tutte le ipotesi e, in ogni caso, adottando le soluzioni meno impattanti possibili sul territorio, sul paesaggio e sull'economia tradizionale dei territori. Nel documento si ricorda che la "SNAM Spa Rete Gas" ha messo in cantiere la realizzazione di questo metanodotto che, nel tronco compreso tra Foligno e Sestino (114 km in tutto), prevede il passaggio attraverso il territorio di numerosi comuni umbri e marchigiani compresi nella fascia appenninica (Gubbio, Pietralunga, Città di Castello, Apecchio, Mercatello sul Metauro, Borgo Pace). “L'infrastruttura prevista e progettata – riferiscono i tre consiglieri provinciali - si snoda per 687 km circa, con un condotto di 1.200 mm di diametro adagiato a 5 metri di profondità, una servitù di pertinenza di 40 metri (20 per lato), più l'inevitabile corollario logistico di piste di percorso e cantieri. L'asserita valenza di interesse pubblico del metanodotto – secondo il Prc - è contraddetta dal fatto che un'azienda privata, la British Gas, si occuperà della distribuzione del metano, senza alcuna ricaduta né contropartita per i territori interessati dal passaggio del condotto. Nella zona appenninica citata – si aggiunge - il metanodotto, qualora fosse portato a termine, verrebbe ad insistere pesantemente su un ambiente contraddistinto dalla presenza di frane attive non censite, di terreni fragili, aree rocciose, pendenze pericolose, corsi d'acqua (Metauro, Candigliano e Cesano, ad esempio), flora e fauna selvatiche, nonché di pregevoli siti collegati alla rete europea "Natura 2000" (Siti di interesse comunitario e Zone di protezione speciale), la cui tutela rappresenta, per le istituzioni e per la collettività, un preciso dovere, disciplinato da leggi europee e nazionali, e non già un facoltativo indirizzo di gestione del territorio”. Gli esponenti del Prc fanno notare nell’o.d.g. che i danni apportati dalla realizzazione dell'infrastruttura in questione “sarebbero irreversibili, a partire da quelli derivanti dallo sbancamento di crinali e fondivalle e dalla costruzione, in aree fino ad oggi occupate da sentieri escursionistici o da vegetazione, di strade necessarie a portare sul posto i complessi e mastodontici macchinari indispensabili per le varie fasi di lavoro”. I tre consiglieri rammentano inoltre che la Regione Umbria, riguardo all'opera in questione, ha rilasciato un parere di Valutazione di Impatto Ambientale con determinazione n. 3792 del 6/05/05 e successive integrazioni di cui alla determina dirigenziale n. 6347 del 7/07/2006; che la Comunità Montana Altotevere Umbro e la Comunità Montana Alto Chiascio, nei cui territori sono compresi i tratti che interessano Pietralunga, Città di Castello e Gubbio, non sono mai state coinvolte nell'istruttoria dell'atto in questione, né hanno mai formulato alcun parere in merito; che alcuni Comuni come Gubbio non hanno mai espresso pareri di merito relativi al progetto, ma si sono limitati ad esprimere solamente pareri urbanistici; che la Provincia di Perugia (Area Ambiente e Territorio ), con nota del 26.05.2006, ha espresso parere negativo in merito alla compatibilità del metanodotto con il vigente PTCP; che il Servizio Programmazione forestale, faunistico, venatorio ed Economia Montana della Regione Umbria, con nota del 26/06/2006, ha trasmesso parere negativo in merito ad imprescindibili aspetti legati alla flora ed alla fauna; che alcuni degli Enti locali interessati, assieme ad associazioni ambientaliste, venatorie e di varia estrazione hanno costituito una rete denominata "Comitato No Tubo", con l'intenzione di difendere il territorio e l'ambiente dalla realizzazione di un'opera altamente impattante, non adeguatamente ponderata e partecipata nelle sue fasi progettuali. Per tutti questi motivi il Gruppo consiliare del PRC invita la Giunta provinciale a “ribadire con fermezza, in tutte le sedi istituzionali, la validità del parere negativo in merito all'opera formulato dall'Ente; ad intervenire presso la Regione per ottenere, alla luce di ben due vincolanti pareri negativi, la verifica della validità della Valutazione di Impatto Ambientale concessa e l'avvio della Valutazione Ambientale Strategica di ambito pubblico, considerato che nella VAS la valutazione dell'aspetto ambientale di un'opera è correlata alla valutazione di tutte le ricadute socio - economiche dell'opera stessa sul territorio; ad impegnarsi assieme agli enti ed ai soggetti interessati, affinchè si individui un progetto alternativo per il passaggio del metanodotto lungo il territorio nazionale, tenendo in debito conto tutte le ipotesi e, in ogni caso, adottando le soluzioni meno impattanti possibili sul territorio, sul paesaggio e sull'economia tradizionale dei nostri territori”.

03/07/2008 15:27
Redazione
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