Nuovo bando per i giochi d’azzardo, parte da Foligno la carovana degli scettici

Parte da Foligno la carovana degli scettici del nuovo bando di gara emanato dai Monopoli di Stato in conseguenza del quale tanti punti vendita di giochi sportivi e di accettazione scommesse (il SuperEnalotto e il Totocalcio, tanto per citarne alcuni)rischiano anche in Umbria di subire un esproprio della loro attività, a causa della concentrazione delle licenze nelle mani di pochi provider, che potranno quindi dare le concessioni alle imprese alle loro condizioni in un vero e proprio regime di “cartello”. Il mercato del “gambling” insomma sarà sempre più “ingessato”, a dispetto della pie intenzioni di liberalizzazione proclamate dal Governo. A detta degli interessati il bando non garantisce inoltre la limpidezza e la trasparenza etico-morale dei partecipanti-aggiudicatari, visto che il principale requisito è solo di carattere economico, con il rischio di dare spazio a soggetti di dubbia origine. Il tutto a danno dei ricevitori e dei cittadini/consumatori, che non avranno più la possibilità di usufruire di un servizio diffuso sul territorio, reso dalla diffusione capillare delle imprese nel territorio. Saranno una specie di stati generali del settore quelli previsti per oggi pomeriggio alle quindici e trenta negli spazi dell’Holiday Inn di Foligno. All’incontro, promosso dalla Confcommercio dell’Umbria, parteciperà l’associazione Conari (Comitato Nazionale Ricevitori) nella persona del suo presidente Donato Curcio. Si dice fortemente contrario Giuseppe Metelli, co-titolare del Bingo Center di viale Firenze (dove sono impiegati circa 22 lavoratori) che coglie l’occasione per rilanciare la questione della mancata istituzione del Bingo interconnesso (novità annunciata ormai da due anni ma che stenta a vedere la luce), vale a dire una nuova modalità di gioco che permetterebbe la creazione di un’unica sala virtuale nazionale, facendo così lievitare il montepremi. Quale sarà il futuro del settore, stante le recenti modifiche normative, sembra proprio affidato alla sorte. Questione, potremmo dire, e non a caso, di testa o croce.