Il vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, ha affidato ai mezzi di comunicazione sociale la meditazione e l’augurio per la Pasqua 2019.
Ecco la trascrizione integrale della riflessione.
"Siamo entrati nella Settimana Santa, in questa settimana speciale che ci accompagna verso la Pasqua, il centro della storia dell’umanità e anche il centro della vita di ciascuno di noi, il centro della nostra fede. Il Vangelo della Pasqua quest’anno è preso dal racconto di Luca che, come tutti gli evangelisti, ci dice che al mattino del primo giorno della settimana le donne vanno al Sepolcro.
Tutto è cambiato. E’ il primo giorno della settimana, e in realtà la festa degli ebrei era il sabato e poi - invece - diventa per noi la domenica. La tomba era chiusa e invece la trovano scoperta, vuota, spalancata. C’era il corpo di Gesù, l’avevano deposto loro insieme agli uomini sotto la croce. Non c’era più.
Ecco, la Pasqua cambia molto la nostra prospettiva. Spesso siamo un po’ troppo abituati a pensare che tutto dipende da quello che facciamo noi, che pensiamo noi, che riusciamo a gestire. E invece questa settimana ci educa, ci aiuta a metterci in una posizione diversa rispetto alla vita. In questa settimana, ci viene ricordato dagli evangelisti che è Dio che ha fatto ciò che era necessario per noi, senza chiedercelo, investendo se stesso, mettendo in gioco la sua vita per la nostra vita.
Le donne vanno, pensano di trovare un corpo morto e invece trovano una tomba vuota. Che sarà uno dei grandi segni della Resurrezione. Ma la tomba vuota non basta e loro sono sgomente. Forse siamo troppo abituati anche noi - tante volte - a chiudere le cose, pensando che a un certo punto non abbiamo più altra speranza. Dobbiamo lasciarle andare, finiscono come sono finite, non ci sono alternative.
Nella fede, invece, scopriamo che l’alternativa la prepara Dio, la compie lui e poi ce la dona. E sono le donne impaurite, come tante volte impauriti siamo noi di fronte a ciò che non comprendiamo o che non riusciamo più a gestire e controllare, sono loro che ricevono l’annuncio. Questi due uomini vestiti di bianco sfolgorante che dicono “Perché cercate tra i morti colui che è il vivente e la vita stessa”.
Certo, come si fa a cercare ciò che è vivo tra ciò che muore, ciò che finisce. Anche questa è una delle nostre fatiche. In fondo noi pensiamo che la morte sia l’ultima parola sulla vita e le tante morti che affrontiamo durante la nostra esistenza siano un po’ il segno che alla fine finisce tutto. Ed è per questo che lo sguardo delle donne viene “reindirizzato” dagli angeli: non si può trovare la vita dentro la morte.
La vita ha vinto la morte in Gesù e allora ci insegna a cercare sempre oltre la morte, quella vita di cui abbiamo bisogno anche noi. “Non è qui, è risorto”, dice l’evangelista Luca dalla bocca degli Angeli. Cioè, è andato oltre la morte che sembrava aver concluso tutto. E le donne rimangono perplesse, stupite, quasi non riescono a credere. Gli angeli dicono: “Ricordatevi! Gesù l’aveva detto, Gesù l’aveva raccontato, Gesù vi aveva preparato”. E con questa speranza nel cuore tornano a raccontare la novità che hanno ascoltato, ma non hanno ancora visto.
Anche Pietro corre al Sepolcro. Vedrà le bende, vedrà la tomba vuota, rimarrà stupito, non crederà ancora. Ci vorranno le apparizioni di Gesù a tutti i discepoli, nel cenacolo, per la strada di Emmaus.
Questo vale anche per noi: la Pasqua si compie quando la vita, il vivente, colui che ha vinto la morte attraversa anche la nostra vita, ci incontra dentro le nostre morti, ci porta oltre quel limite che spesso per noi è più forte della speranza che il Signore ci ha donato nella nuova vita di Gesù.
Questo celebriamo a Pasqua. Questo è anche l’augurio che voglio fare a tutti voi: poter ascoltare ancora quelle parole di novità e poi nella quotidianità dei prossimi giorni poter incontrare il Signore Risorto, la vita che non muore, la vita che vince la morte, la vita nuova che è per noi".
Gubbio/Gualdo Tadino
17/04/2019 08:43
Redazione