Due pagine possono fare la differenza? Due fogli scritti possono pregiudicare un’ alleanza politica andando così a decidere del futuro amministrativo di una città? Chi conosce la politica sa benissimo che la risposta è certamente sì, è ciò che avviene il più delle volte. E anche Gubbio e le sue sorti elettorali sembrano dipendere dalle prime due pagine del documento programmatico che i partiti dell’ex Ulivo hanno ipotizzato per l’Unione eugubina; pagine che insieme alle priorità per il governo cittadino, partono dall’analisi di questi ultimi 5 anni di mandato e contengono forti critiche all’operato dell’amministrazione Goracci. E sta qui, tutto qui, in due pagine, il quid che potrebbe far sì che Rifondazione comunista non entrerà nell’Unione. Il partito del sindaco appare irremovibile nel voler riproporre come condicio sine qua non il sindaco uscente come candidato alle amministrative del 2006. Ma cosa recitano le due pagine del documento di Ds, Margherita, Sdi e Comunisti italiani? “La nostra coerenza nel perseguire un percorso di alleanza è dimostrata dalla scelta di non divulgare alla stampa il documento contenente le linee programmatiche ed un critico ma serio e incontrovertibile giudizio sull'operato dell’attuale amministrazione”. Questo l’incipit del documento dei partiti del centrosinistra di opposizione: “Non possiamo esimerci dal rilevare il corto respiro progettuale e programmatorio della giunta Goracci sui problemi della città e questioni cruciali quali lo sviluppo e il ruolo di Gubbio in Umbria e nell’area vasta, politiche e gestioni di bilancio, programmazione turistica, piano del traffico. Questo grave deficit- recita la nota- segnato da atteggiamenti autarchici ed autoreferenziali, ha fortemente limitato la capacità di attingere a finanziamenti straordinari, di definire strategie di filiera e di settore, di costruire nuovi processi organizzativo – gestionali più efficaci ed integrati, di inquadrare le problematiche del nostro territorio nelle dinamiche umbre e di area vasta”. E nel documento non mancano, con tanto di numeri alla mano, critiche per l’aumento della pressione tributaria, l’avanzo di Amministrazione e per le spese per il personale. Cifre che mettono in luce, per l’ex Ulivo, contraddizioni, e incertezze di tipo gestionale. E ancora “sulle elencazioni di Goracci sull'operato della sua Amministrazione, è facile dimostrare come per lo più è il frutto finale di percorsi amministrativi precedenti. Un esempio per tutti: i contenuti progettuali del Puc recepiscono in larghissima misura elaborazioni ereditate dal passato. (Per non parlare dell’ospedale unico, della SS 219, delle aree artigianali, del palazzo del Turismo, della Biennale, allo stesso PRG il cui ufficio di piano è stato completamente confermato dall’attuale Amministrazione Comunale)”. E ancora è scritto della “mancanza di una visione strategica, programmatica e progettuale su questioni cruciali. Sullo sviluppo economico, la promozione di opportunità occupazionali ed il sostegno all’innovazione delle imprese, una giunta latitante. Sulle politiche tese a qualificare e valorizzare il centro storico, al di là della cervellotica, improvvisata e, in certi casi, punitiva organizzazione del traffico, sono mancati interventi di alternativa significativi; il tessuto turistico si è indebolito, è del tutto mancato l’allestimento di grandi eventi espositivi (la Biennale è arrivata, in questa fase, grazie soprattutto al contributo della Provincia). A tutto questo- scrivono ancora gli ulivisti eugubini- si può aggiungere una scarsa sensibilità nei confronti del pluralismo culturale da parte della giunta Goracci. L’ostracismo verso l’Irdau e gli Amici della musica ne è stata una chiara dimostrazione”. E non manca la stoccata finale sull’assenza di una idea generale di sistema museale o di Museo Grande della città. Due pagine ricche di contenuti, analisi, sottolineature che certamente non è facile pensare che non lascino il segno e non facciano la differenza.
23/12/2005 19:33
Redazione