Mettere a dimora centomila piante d' olivo della cultivar rigalese: e' questo il progetto proposto dal Comune di Gualdo Tadino che la Comunita' montana dell' Alto Chiascio ha sposato coinvolgendo i comuni del compresorio, per raggiungere il minimo della produzione fissata per ottenere una Dop del territorio Eugubino-Gualdese, che fa parte della sottozona delle Dop umbre Assisi-Spoleto. La produzione dovrebbe cioe' passare, dall' attuale 2%, al 10% dell' olio prodotto nell' intera area. Lo ha detto il presidente della Comunita' montana, Catia Mariani, al termine della proiezione del video ''La produzione dell' olio d' oliva nell' Italia centrale: dalla manualita' antica alle moderne tecnologie'' presentato nell' ambito della 24/a Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari, che si conclude oggi a Gubbio. Il video, prodotto dalla Danae Film Production, presenta un percorso sulle strade storico dell' olio che si snoda nei territori di Umbria, Marche e Lazio, portando alla scoperta di un paesaggio modellato dall' uomo e caratterizzato dalla pianta d' ulivo, e del valore dell' olio nella dieta quotidiana. La varieta' rigalese, che e' caratteristica dell' area gualdese e' una pianta di olivo particolarmente resistente al freddo ed alle gelate, che ha superato - e' stato ricordato - la gelata del 1956 (che praticamente decimo' le altre varieta' di olivo) e che contrassegna il paesaggio pedemontano. Il suo reimpianto - e' stato detto - e' anche un mezzo per ricostituire una parte della identita' territoriale storica attraverso un valore agronomico. Nel territorio dell' Alto Chiascio sono coltivati 300 ettari a oliveto che producono, a seconda dei periodi, da 3.000 a 6.000 quintali di oliva, con una resa media del 22% di olio e una produzione annua che si aggira tra i 660 e i 1.200 quintali