“Così muore una Belva”, avevano titolato i giornali subito dopo l’uccisione di Luciano Liboni, il superlatitante di Montefalco, soprannominato “Il Lupo” per la sua propensione alla solitudine, freddato con una Beretta d’ordinanza dal carabiniere Alessandro Palmas che il 31 luglio del 2004 lo ha centrato alla testa a due passi da un chiosco di cocomeri nei pressi del Circo Massimo di Roma. Rifiuta l’appellativo di Belva il regista Stefano Calvagna che ha firmato la pellicola, liberamente tratta dalla storia del Lupo e prodotta dalla Poker Film e da Alessandro Presutti, che verrà proiettata nelle sale cinematografiche di tutto il territorio nazionale a partire dal 22 marzo. Ribalta la prospettiva, Calvagna, il quale, nel film che, come è lecito supporre, dividerà pubblico e critica, ha fatto esordire nientepopodimeno che il proprio bambino di appena sei mesi che interpreta il ruolo del figlio di Liboni. Lo stesso Calvagna veste per qualche fotogramma i panni di un malvivente, tale Gladio, che nella finzione cinematografica aiuta il Lupo nella fuga. Il regista, lungi dallo sposare acriticamente le posizioni estremiste di quanti, subito dopo la morte del Lupo, hanno vergato i muri di Roma ma anche quelli di Foligno, con scritte inneggianti Liboni, intende riabilitare, per quanto possibile, un uomo, strappandogli di dosso il marchio animalesco e restituendogli la dignità della persona. I produttori sperano che la pellicola, che non mancherà di sollevare un polverone di contestazioni, possa partecipare al Festival del Cinema di Locarno o a quello di Berlino. In contemporanea con l’uscita del film sbarca nel mercato dei gadget anche il segnalibro centimetrato con i fotogrammi della sequenza dell’uccisione del giovane carabiniere Giorgione. Presto disponibile, infine, il libro, edito per i tipi della Graus di Napoli, contenente la prima sceneggiatura scritta da Stefano Calvagna, numerose fotografie di scena e il backstage del film montato da Jessica Giaconi. Quanto alla famiglia Liboni, la sorella sembra si sia già fatta sentire chiedendo a gran voce che il suo personaggio non venisse denigrato, richiesta cui avrebbe risposto, praticamente subito, con rassicurazioni in merito, lo stesso ufficio legale della produzione. Nel cast anche Enrico Montesano nel ruolo del padre del carabiniere ucciso.
17/01/2007 10:50
Redazione