L’obiettivo è quello di promuovere il patrimonio immobiliare pubblico e privato, quello costituito da piccoli centri, borghi, rocche, conventi e castelli. E per farlo la Comunità montana dell’Alto Chiascio, insieme ad altri montani e in collaborazione con Sviluppumbria, intende monitorare e recuperare lo stesso patrimonio, nell’ambito del progetto Pietre d’Umbria, che fa parte della misura Marketing Territoriale del Docup Obiettivo 2. Lo scenario più ampio nel quale si inserisce l’iniziativa è quello della valorizzazione del territorio all’interno della filiera Turismo Ambiente Cultura.
L’offerta cui ambisce la Comunità montana Alto Chiascio sarebbe così rappresentata da beni con valenze storiche, architettoniche ed ambientali di pregio per il riuso a fini turistici, produttivi e di servizi. Un’iniziativa, partita proprio dagli enti montani, che ha visto il coinvolgimento dei comuni dell’Alto Chiascio, allo scopo di riqualificare l’immagine territoriale attraverso le risorse proprie dei luoghi, senza stravolgimenti rispetto alle realtà locali, ma valorizzando al massimo le stesse. L’obiettivo è quello di programmare uno sviluppo territoriale in grado di valorizzare il patrimonio non solo architettonico, ma anche di tradizioni, cultura, mestieri, con un valore aggiunto per il territorio anche in termini di turismo di qualità. Il tutto inteso in un’ottica di sostenibilità complessiva e con un’enfasi particolare sul carattere di “unicità” che rifletta l’immagine complessiva che dell’Umbria si percepisce sia in Italia che nel resto del mondo. La finalità ultima”-dichiara la Presidente della Comunità Montana dell’Alto Chiascio, Catia Mariani-“ è che le sempre più numerose persone che ritornano a vivere nei piccoli centri storici ed i visitatori che sono interessati a conoscerli possano trovare quelle atmosfere, quegli odori e quei sapori che fanno diventare la tipicità un modello di vita che vale la pena di “gustare”con tutti i sensi.”