Una storia tragica, dove una madre è costretta a compiere un vero e proprio gesto disperato per cercare di salvare l’avvenire della figlia. Atto provocato dalla preoccupazione che termina con una denuncia, l’arresto della ragazza accusata di spaccio di droga e l’udienza in tribunale.
Il tutto accade a San Giustino nel 2004, quando la madre di una ragazza del posto - all’epoca dei fatti appena 18enne - scopre che la ragazza sta iniziando ad avere un “brutto giro” d’amicizie. Gli indizi sono pochi ma sufficienti: la ragazza ritorna a casa tardi durante le ore notturne, ma sempre di più ha un’aria trasandata e scomposta ed è sempre più distratta. Tutto ciò serve alla signora per captare un profondo cambiamento della figlia.
La donna cerca di capire cosa stia succedendo alla propria figlia parlandoci, ma la giovane nega sempre tutto e la lascia la madre sempre con la solita frase: “Va tutto bene”.
Una sera, però, la ragazza esce da casa e la mamma, come spesso accade, aspetta sveglia il suo ritorno. Ma le ore passano e della 18enne non c’è traccia. Fino all’alba, quando la giovane rientra in casa, e sveglia la madre facendo confusione nel vano del sottoscala.
La signora, impaurita ed arrabbiata, chiede immediatamente spiegazioni, che la figlia non concede, anzi, esce nuovamente da casa insieme agli amici. Così la donna, nuovamente da sola e desolata, aspetta il ritorno della ragazza. Intanto cerca di capire come mai il comportamento della figlia sia così cambiato, e inizia a muoversi per casa alla caccia di un indizio o di qualche piccola prova che possano portarla a capire cosa stia accadendo alla ragazza. Le ricerche, senza esito, la portano anche nel vano del sottoscala, dove la sera prima la ragazza si era recata. Qui la donna trova un pacchetto, debitamente chiuso, dove all’interno sono state riposte diverse pasticche. La donna inizia a cerare la figlia, ma al cellulare la giovane non risponde, cerca di chiedere notizie della figlia dagli amici, senza avere nessun tipo di risposta. La 18enne, a seguito dello screzio con la madre, è scappata senza lasciare tracce dietro di se. A questo punto, e a malincuore, chiama i carabinieri della compagnia di San Giustino, che confermano i dubbi della signora: quelle sono 40 pasticche d’ecstasy, pronte per essere rivendute.
La donna, a questo punto più distrutta che mai, decide di denunciare la propria figlia. Espletate tutte le formalità del caso, torna a casa, in attesa del ritorno della ragazza. Dopo qualche ora, la 18enne torna a casa, in condizioni pessime. La madre, con un sangue freddo degno di nota, prende la figlia, la carica in auto e l’accompagna alla caserma dei carabinieri, dove è arrestata e portata nella casa circondariale di Perugia. Vi rimane qualche giorno e dopo l’udienza preliminare, torna a casa.
Nell’appartamento di San Giustino la ragazza passa oltre un anno agli arresti domiciliari. Nel frattempo, però, si accorge delle stupidaggini che ha compiuto. Così si affida ad una comunità di recupero e nei momenti liberi aiuta la madre nell’attività commerciale che possiedono. L’iter della giustizia, però, continua inesorabilmente. Così, ieri mattina, davanti al giudice Daniele Cenci, il caso è stato aperto.
Nel tribunale tifernate sono stati ascoltati due carabinieri e la madre, in lacrime, che ha raccontato il calvario di quel lungo periodo. La figlia, per voce del proprio avvocato difensore Carmelita Cosentino, ha ammesso le proprie colpe, evidenziando come sia pronta ad andare in carcere per espiare ciò che ha compiuto.
Il giudice, ascoltato le richieste del pubblico ministero Flavio Grassini e l’avvocato difensore, ha rinviato il processo al prossimo 28 gennaio 2009.
04/05/2008 09:02
Redazione