Tartufo al botulino chiusa l’azienda produttrice

Il pericolo non c’è più per chi vuole acquistare salsa tartufata, ma continua ancora l’allerta per chi potrebbe avere in casa i vasetti di quella al botulino prodotta e confezionata dalla ditta Castello di Magrano di Carbonesca. A ritirare dal mercato tutte le conserve e le salse della ditta eugubina e a bloccarne la commercializzazione ci hanno pensato infatti il servizio igiene alimenti del dipartimento di prevenzione dell’Asl1 e il nucleo antisofisticazione dei carabinieri di Perugia con la collaborazione della ditta stessa, dopo che erano state trovate tracce di tossina botulinica in alcuni vasetti venduti a Siena. Ma potrebbero essere presenti nelle case degli eugubini e dei cittadini residenti in altre sei regioni del centro nord e in due stati europei, ancora qualche vasetto o barattolo di salse al tartufo o conserve alimentari prodotte tra marzo e dicembre del 2006, con scadenza triennale. E’ questi infatti il periodo incriminato durante il quale gli alimenti potrebbero aver sviluppato la tossina botulinica. Una spora che diventa batterio in particolari condizioni tra i 20 e i 30°C di temperatura dell’alimento. Se il trattamento tecnologico effettuato nel momento della preparazione della salsa e nel sigillamento del prodotto non ha rispettato le condizioni di temperatura, di acidità (più è bassa e più si manifesta il botulino) e di adeguata ossigenazione ( il batterio vive senza aria) , si manifesta la tossicità . Anche se quella riscontrata dalle analisi dell’Asl 1 e dei Nas nelle confezioni della ditta di Carbonesca era piuttosto bassa. Dei tre campioni prelevati dal lotto di merce incriminata infatti solo uno è alla fine risultato positivo. Ma a scopo precauzionale sono stati ritirati tutti i prodotti della Castello di Magrano srl . La stessa ditta ha ricevuto l’ordinanza di chiusura sabato pomeriggio notificata dai Nas per le condizioni igienico sanitari non a norma della struttura e per la non conformità nella preparazioni degli alimenti. Ora i militari stanno continuando gli accertamenti per stabilire le responsabilità del titolare che nell’ipotesi più grave potrebbe essere imputato di preparazione commercializzazione e distribuzione di alimenti pericolosi per la salute.