Una Regione che con il Covid si è trovata davanti a qualcosa mai affrontato prima, che ha usato pragmatismo quando mancava la certezza scientifica, che non ha abdicato alla trasparenza anche quando c'era da fare scelte veloci.
Così oggi in conferenza stampa, dal centro regionale di Protezione Civile, la presidente Donatella Tesei con l'assessore alla sanità Luca Coletto insieme ai dirigenti della sanità Claudio Dario e della Protezione Civile Stefano Nodessi Proeitti.
Dopo giorni di silenzio, è stato quello odierno il momento in cui si rispondeva alle critiche sull'acquisto dei test sierologici. Sullo sfondo i tre fascioli aperti dalla Corte dei Conti che ha acquisito le carte per esaminare le modalità di acquisto dei test, ma anche dell'ospedale da campo di Bastia Umbra e dell'accordo con la sanità privata.
ACQUISTO DEI TEST
Finiti al centro di una bufera mediatica, che ha richiamato anche la stampa e la tv nazionale, i test sierologici, ha spiegato il dirigente Nodessi Proietti, sono stati acquistati da un'azienda umbra , la Vim, sulla base di tre offerte possibili: la scelta è caduta lì perchè erano gli unici con certificazione Ce e disponibili immediatamente nel numero complessivo di 7 mila unità. Il costo era di 16 euro cadauno, un costo che in altre Regioni è stato inferiore, ma i tempi precoci in cui si è mossa la Regione Umbria, quando erano praticamente introvabili, presentavano sul mercato quel prezzo. Da precisare che il pagamento non è stato ancora fatto, ma attende il via libera dell'Anac, così come previsto da contratto.
AFFIDABILITA' DEI TEST
A chi sollevava dubbi sull'affidabilità di questi test, il dirgente Dario ha ricordato che sono stati utilissimi nella prima fase del virus, ovvero marzo ed aprile, per individuare i potenzialmente positivi. La decisione di adottarli nasceva in quel momento da dati empirici provenienti dalla Cina, non c'erano studi specifici. In una Regione che all'epoca non poteva effettuare più di 250 tamponi al giorno – gli unici ad essere affidabili nell'esito – i test hanno scremato i negativi ( qui la capacità predittiva era del 97%) dai positivi: sui positivi il successivo tampone per 1/3 dei casi ha confermato la presenza del virus. Mano a mano che la Regione è riuscita ad arrivare ad un potenziale di tamponi di 1500 unità al giorno, l'utilità dei test è stata minore, ma nella prima fase ha fatto la differenza mettendo in campo tempestività di diagnosi e successivo isolamento dei sospetti.
I VANTAGGI DEI TEST
Coletto ha ricordato come questo modo di agire abbia permesso di risolvere in breve tempo il contagio nelle zone rosse, ma anche il notevole risparmio economico per la sanità, visto l'uso dei più costosi tamponi solo nei casi oggettivamente sospetti.
Annunciate querele verso chi ha adombrato dubbi sull'operato di amministratori, funzionari e dirigenti in discordanza con quanto documentato dagli atti.
Perugia
15/06/2020 16:54
Redazione