Eseguite da polizia e carabinieri tre misure cautelari in carcere, altrettante ai domiciliari e per altri tre soggetti è stato disposto l' obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a seguito di una vasta indagine della Procura di Perugia sulle frodi informatiche. Hanno collaborato la Polizia postale e i Carabinieri oltre che dell'Umbria, di Veneto, Campania e Sardegna.
Le attività del sodalizio solo in un mese hanno portato un profitto illcito di 100 mila euro, altri 130 mila sono proventi derivanti dalle cosiddette truffe "finanziarie" (acquisto di auto tramite finanziamenti e richieste prestiti).
Le presunte truffe venivano realizzate mediante l' utilizzo di sistemi informatici o telematici (phishing). Secondo gli inquirenti i componenti della associazione, mediante l' invio di sms (smishing) o tramite delle chiamate telefoniche (vishing), dopo avere "agganciato" l' ignara vittima e spacciandosi per operatori bancari si facevano consegnare i codici autorizzativi, successivamente eseguivano operazioni di prelievo veicolando la somma fraudolentemente incassata in uno dei vari sportelli Atm sul territorio. Successivamente gli indagati, al fine di garantirsi l' anonimato e rendere al contempo più difficile il loro rintraccio , , per mezzo di intermediari (money mules), che operavano con la prospettiva di ottenere una commissione, tramite gli stessi sportelli Atm, trasferivano il denaro su altri conti "dedicati" e gestiti dagli stessi componenti dell' associazione.
Le indagini erano partite da Perugia dopo una denuncia per estorsione, ma molteplici i casi che sono stati rintracciati.