Valtopina. La uccise a martellate, ora dipinge quadri d’amore

Si torna a parlare di Bocaj Arsen, il ventiseienne albanese condannato all’ergastolo per l’omicidio della prostituta moldava Tania Bogus di appena diciotto anni, finito nelle pagine del libro di Vanna Ugolini dal titolo “Tania e le altre, le schiave-bambine”, in uscita il 31 maggio. Per l’agghiacciante delitto (la giovane fu barbaramente massacrata con oltre venti martellate) finì in carcere Bocaj Arsen, un muratore residente a Foligno con la moglie, ritenuto il complice dell’esecutore materiale dell’omicidio per aver immobilizzato la giovane mentre l’altro, Lala Victor, tuttora latitante, la colpiva. L’uomo, condannato all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio, dice di essere stato vittima della sua paura quando accortosi dell’accaduto non intervenne per timore di ritorsioni. La sua vita, così come quella della giovanissima Tania, si è fermata quella notte di luglio del 2000. Bocaj Arsen si era appena sposato; frequentava Victor Lala perché legato da un vincolo parentale. Ora, dal carcere di Trapani dove è recluso e da dove dipinge tele piene d’amore, non c’è giorno in cui non speri che l’autorità giudiziaria metta le mani su Lala, inseguito da un mandato di cattura internazionale, così che possa essere lui stesso a confermare la sua estraneità al delitto. Quanto al volume, presto nelle librerie, l’avvocato Ranieri attende di poterne prendere visione per valutare l’effettiva aderenza ai fatti in esso narrati. Resta, alla fine di questa storia di sangue e di sesso, la sensazione che la piccola moldava, la schiava-bambina, uccisa perché voleva uscire dal giro, sia stata vittima dell’indifferenza e non solo del racket della prostituzione. Urlava, Tania, chiusa nella stanza d’albergo conil suo sfruttatore. Ma nessuno ha sentito o ha voluto sentire. Resta l’irrisolto dubbio di come sia potuto accadere che gli uomini che compravano il suo corpo di bambina non avessero visto i lividi sulla pelle, nessuno abbia compreso la sua muta disperazione.