“Il futuro ha un cuore antico”. Con questa immagine, titolo con cui Carlo Levi evocava il suo viaggio in Unione Sovietica, la dott.ssa Giuseppina Padeletti ha concluso il suo affascinante “viaggio” nel Mediterraneo tra antiche civiltà e saperi, tra mito e scienza, tra passato e modernità. Venerdì 28 novembre, presso l’Aula Magna “Luciano Fabio Stirati” del Polo Liceale “G. Mazzatinti” di Gubbio, si è svolta l’Anteprima della XII Edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico, promossa dalla Rete Nazionale dei Licei Classici. Dopo il saluto iniziale affidato alla Band del Mazzatinti, diretta dalla prof.ssa Rachele Spingola, la dott.ssa Padeletti — dirigente di ricerca del CNR presso l’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati (ISMN) ed ex studentessa del Liceo Classico “G. Mazzatinti” — ha tenuto una lectio magistralis dal titolo: “Il più bello dei mari: il Mediterraneo, crocevia di civiltà e di saperi”. Un itinerario ricco e coinvolgente attraverso il Mare Nostrum, in cui arti figurative, archeologia e nuove tecnologie si sono intrecciate per mostrare come la scienza contemporanea consenta di penetrare in profondità nei segreti della bellezza antica. Grazie a innovative tecniche di analisi e indagine, è oggi possibile esplorare la struttura più interna dei dipinti, studiare le ceramiche a lustro e svelare il mistero del celebre rosso rubino utilizzato dal “maestro” di questa tecnica, Mastro Giorgio Andreoli, attivo a Gubbio tra il 1495 e il 1555. La dott.ssa Padeletti ha illustrato come il dialogo continuo tra arte e scienza sia ormai imprescindibile anche per la conservazione del patrimonio culturale: un incontro tra competenza tecnologica e technè artigianale, capace di salvaguardare la bellezza dei secoli. Il “viaggio” si è concluso a Creta, nel cuore della civiltà minoica. Qui, presso il sito archeologico di Cnosso, sono state sperimentate soluzioni eco-innovative per aumentare la resilienza dei beni culturali agli effetti del cambiamento climatico, nell’ambito del progetto europeo Heracles. Una lectio che ha mostrato come la tecnologia possa essere alleata della storia e dell’arte, generando una sintesi virtuosa tra passato e presente. Perché — come ha ricordato la stessa relatrice — è proprio nella sapienza antica che il futuro trova il suo cuore più autentico.