“Spin Off” giudiziario del processo Green Genetics – Greenvest, legato all'esplosione della palazzina adibita a laboratorio per il trattamento di cannabis light di Via del Masaccio a Gubbio che ha causato la morte di Samuel Cuffaro ed Elisabetta d'Innocenti e il ferimento grave di Alessio Cacciapuoti. Era il 7 Maggio 2021: pensare che due giorni prima, il 5 Maggio, c'era stato il controllo della Guardia di Finanza nella sede commerciale di Via del Risorgimento, con i titolari che si fermarono fino a tarda serata assieme alle fiamme gialle e le famiglie delle vittime che ancora oggi si domandano come, nonostante tante ore di controlli, quel giorno non sia venuto fuori nulla dell'esistenza del laboratorio Dopo il lungo ciclo di udienze, la sentenza di primo grado dello scorso 29 Maggio ha visto la Corte d'Assise presiediuta dalla giudice Maria Carla Giangamboni ha inflitto queste pene ai 5 imputati del processo: 18 anni e un mese, nei confronti di Alessandro Rossi, 14 anni e 20 giorni, nei confronti di Gabriele Muratori, Luciano Rossi e Giorgio Mosca mentre 10 anni e 6 mesi per Maria Gloria Muratori. In attesa dell'Appello, ora la novità riguarda l'indagine legata all'ex comandante e responsabile del NIL, nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri di Perugia, il luogotenente carica speciale Angelo Borsellini: ricostruendo i fatti, il sottoufficiale oggi in pensione era stato sentito come testimone durante le dienze del processo per le indagini fatte dopo la tragedia, in particolare per quanto riguarda la regolarità dei rapporti di lavoro delle due società. Borsellini rispose(a specifica domanda dell’avvocato di parte civile Ubaldo Minelli) di non avere mai sentito parlare prima di quel 7 maggio 2021 nè della Greenvest, né della Green Genetics, di non sapere dunque di quale fosse l'attività lavorativa delle due società e di essere a conoscenza di un’unica posizione irregolare nella struttura. Le indagini condotte dagli inquirenti hanno altresi appurato che tra le collaboratrici(peraltro pagata in nero)della Greenvest figurava Gessica Borsellini, figlia dell’allora comandante provinciale dei carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Perugia, che abitava con il padre e si occupava da casa della trimmatura della cannabis light(figura comunque non coinvolta nella vicenda giudiziaria). Peraltro risulta dalle indagini che la canapa da lavorare veniva portata nell'abitazione da alcune dipendenti della società che Borsellini conosceva e aveva più volte visto. “Un comportamento gravissimo, che rimarca l'inattendibilità del teste” aveva ribadito più volte in aula la Pm dottoressa Gemma Miliani. Così ora il GIP del Tribunale Penale di Perugia, Dottoressa Simona Di Maria, nel corso dell’ udienza preliminare dello scorso 26 giugno e all’esito della discussione, in accoglimento della richiesta del PM Dott. Gian Paolo Mocetti ha disposto il rinvio a giudizio di Borsellini per il reato di falsa testimonianza dinanzi al Tribunale Penale di Perugia, in composizione monocratica(Giudice Dott. Edoardo Esposito) per l’udienza dibattimentale del 26 febbraio 2026. Il difensore dell’imputato aveva chiesto sentenza di non luogo a procedere.
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Gubbio/Gualdo Tadino
28/06/2025 13:57
Redazione