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"L'economia a Gualdo Tadino dalla metà del Settecento ai giorni nostri", il nuovo libro di Daniele Amoni. Presentazione domenica 11 dicembre

Sarà presentata domenica 11 dicembre, a partire dalle ore 16 presso la sala convegni del Birrificio Flea di Gualdo Tadino la nuova fatica letteraria del dottor Daniele Amoni.

Sarà presentata domenica 11 dicembre, a partire dalle ore 16 presso la sala convegni del Birrificio Flea di Gualdo Tadino la nuova fatica letteraria del dottor Daniele Amoni, dal titolo "L'economia a Gualdo Tadino dalla metà del Settecento ai giorni nostri", edita dall'Accademia dei Romiti con il sostegno economico della Farmacia Capeci. Di seguito la presentazione dell'opera scritta dal rettore dell'Accademia Pierluigi Gioia. 

"Gualdo Tadino non figura molto avanti nella classifica regionale del reddito medio pro capite. Nel 2017 era nelle posizioni di rincalzo, dopo aver subito le conseguenze prima della crisi generalizzata del comparto ceramico, poi di quella finanziaria del 2007-2008 e, infine, il colpo di grazia della fine della Antonio Merloni e della vendita e ridimensionamento del colosso Tagina. Oggi, dopo la pandemia e, purtroppo, l’inizio del conflitto ucraino, è chiaro che il livello di ricchezza della città subirà un’ulteriore contrazione. Tutti fattori, questi, che hanno via via eroso quella che da sempre era stata una peculiarità fondamentale della comunità gualdese: la sua industriosità, la sua intraprendenza, la sua capacità imprenditoriale, per dirla in termini moderni. Una mentalità votata all’investimento, alla creazione di imprese, proprio come nella vicina regione Marche, di cui Gualdo Tadino, economicamente, è sempre stata un’appendice, specie a partire dal secondo dopoguerra.

Questa interessantissima ricerca del nostro collaboratore ed accademico Daniele Amoni, condotta in collaborazione con Angelo Barberini e Brunello Castellani, in maniera molto obiettiva, non cerca di dare una risposta alla domanda che ci si potrebbe porre - e cioè perché la comunità gualdese è stata sempre votata, più ancora che altre comunità circostanti, alle attività del settore secondario - ma ci dà gli strumenti perché ciascuno di noi possa darsi una propria risposta tramite la gran mole di informazioni, dati, nomi, situazioni e circostanza che egli, con pazienza e minuzia certosina, ci fornisce nelle oltre trecento, ricchissime, pagine di questo studio; il primo esempio di saggio economico su Gualdo Tadino.

Ecco perché l’Accademia dei Romiti ha proposto all’autore stesso, che ne è stato felicissimo, di pubblicare questo preziosissima opera: perché è una pietra miliare di quella storiografia che pone come base del processo storico non soltanto la scorza, spesso altisonante, dell’evento, ma soprattutto il sostrato base, fatto della dura lotta di ogni uomo per la sua sopravvivenza quotidiana: “Dolore e amore” scriveva Italo Svevo “la vita, insomma”. Un sostrato che si impregna di economia, anche domestica; di cultura popolare, di cultura ufficiale, a volte di propaganda.

La grande importanza di questo saggio, allora, sta proprio in questo porsi come base per future ricerche, come “mattone” per la futura costruzione di una storiografia locale ad ampio respiro.

Perché, come potete constatare con i vostri occhi, in queste pagine, l’economia di Gualdo Tadino, dal 1750 ai nostri giorni, è costruita da fatti e situazioni concrete. Di nomi e cognomi, innanzitutto.

Daniele Amoni, che da una vita scandaglia gli archivi alla ricerca di personaggi del passato gualdese ed è divenuto un autentico “collezionista di esistenze”, cita migliaia di persone in questo studio, contestualizzando esattamente la loro vita nel periodo storico in questione.

Di numeri, poi; perché l’autore è riuscito a ritrovare non soltanto la citazione dell’impresa economica, ma anche a ricostruirne l’importanza tramite la contabilità aziendale, laddove presente o reperibile. E se la matematica non è un’opinione, come vuole un celebre adagio, proprio le cifre ci permettono di dare una dimensione al sorprendente grado di sviluppo del settore manifatturiero gualdese fra XVIII e XIX secolo; e soprattutto di apprezzarne quella che oggi, con un termine assai di moda, potremmo definirne la “sostenibilità”, vale a dire la capacità di utilizzare le risorse locali, ad esempio l’argilla degli antichi laghi della Piana di Gualdo, per la realizzazione di un prodotto, la ceramica a lustro, utilizzando un combustibile rinnovabile, in questo caso l’arbusto di ginestra, senza impatto nei confronti dell’ambiente, e concretizzando in quel prodotto anche il gusto, la concezione estetica e, permettetemi, anche la genialità individuale o l’estro artistico del singolo artigiano-artista.

Che è, in fondo, la prospettiva dei due saggi che completano l’opera di Amoni: quello di Angelo Barberini, che analizza con meticolosità la situazione dell’economia gualdese a partire dal secondo dopoguerra, e quello di Brunello Castellani, che ci riporta al momento d’oro dell’economia gualdese, quegli anni Settanta del secolo scorso in cui il reddito medio comunale era “ai massimi livelli regionali”.

Ecco, in definitiva, il senso di questa pubblicazione: indicare una via per il futuro, aiutandoci a comprendere le dinamiche dei fasti passati.

La mentalità imprenditoriale della nostra comunità deve rinascere in altri ambiti e in altri contesti, portare nuova ricchezza e nuove opportunità di impiego per i nostri giovani anche non necessariamente in un settore secondario sempre più tecnologizzato ma anche nel primario, alla ricerca della produzione di qualità, di un uso sostenibile dei terreni e del patrimonio boschivo; e, poi, nel terziario, verso un turismo ad ampio spettro e ad ampio respiro che utilizzi in maniera sostenibile le nostre bellezze naturali e valorizzi quelle storico-artistiche, alla ricerca di quel soggiorno salutare lontano dallo stress e dai ritmi insostenibili della civiltà; e nei servizi, che permettono di delocalizzare attività grazie all’impiego delle risorse della rete. Insomma, è tempo che questa comunità dia ai suoi, ormai pochi ma ingegnosi, giovani gli strumenti per poter guadagnarsi di che vivere, restando nella loro città natale."

In questo, il nostro glorioso passato costituisce un valido esempio, non perché vada rimpianto, ma perché, di esso, dovranno essere reperiti lo spirito e le motivazioni. Alcuni giovani gualdesi, in questo senso, ce l’hanno fatta. Più ancora ce la faranno se seguiranno, anche grazie a quest’opera, l’esempio dei loro antenati.

Gubbio/Gualdo Tadino
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