Uno spaccato di San Gregorio Armeno a Gualdo Tadino, un pezzo di storia e cultura italiana interpretata con indubbio fascino dall'arte presepiale napoletana dal 1700 fino ad oggi. E' questa la mostra "Il presepe napoletano. Storia, segreti e tradizione" che si è aperta alla chiesa di San Francesco di Gualdo Tadino e che dona alla fruizione del pubblico esemplari unici del XVIII e XIX secolo provenienti dalla Certosa di San Martino di Napoli che tra le sue sezioni è nota a livello internazionale per il museo di arte presepiale napoletana.
Di grande valore artistico, i pezzi storici provenienti dalla Certosa di san Martino sono statue dell'altezza massima di 40 cm databili tra 700 ed 800, figli di quella manifattura d'epoca borbonica che aveva fatto del presepe un momento di espressione artistica. Ogni pezzo infatti era modellato a creta nelle parti di testa e mani che poi venivano dipinte, mentre il corpo era realizzato con ferro e stoppa per rendere gli arti mobili e dunque in grado di assumere varie pose. Tutti relizzati a mano i costumi dell'epoca, con preziose sete e broccati, fili oro e ricami, veri capolavori di sartorialità per dettagli e ricostruzioni .
Non erano semplici statue come nella nostra accezione quotidiana, ma personaggi di uno spettacolo teatrale chiamati ad interpretare sentimenti e passioni, da qui l'eccezionale mimica facciale e gestuale che contagia persino gli animali come la pecora della meraviglia che si stupisce alla visione dell'angelo .
"Per Gualdo Tadino questa mostra è il frutto di due anni di lavoro - ha affermato la direttrice del Polo museale Catia Monacelli che organizza l'evento - I pezzi storici della Certosa sono usciti per la seconda volta nella loro storia dal museo in questa occasione, tanto è il loro valore e fragilità".
Se le teche, che conservano le statue storiche sono il nucelo centrale della stessa, di grande fascino anche le opere contemporanee provenienti dalla Bottega Ferrigno di San Gregorio Armeno.
In mostra in questa sezione, alcuni dei personaggi canonici del presepe napoletano, da Benino, l'ingenuo pastorello dormiente che sogna la nascita di Gesù Bambino, all'immancabile gobbo portafortuna.
A curare l'allestimento della mostra l'architetto Elena Starnini Sue, già nota al pubblico per gualdese per le architetture del presepe emozionale di Frate Indovino e che in questo caso ha voluto creare cornici di suggestione ai gruppi presepiali con la riproduzione di uno dei paesaggi selvaggi di Salvator Rosa.
L'evento della mostra si unisce al progetto della "Via dei presepi" ideato dal Comune insieme al Polo museale che nel periodo natalizio esporrà circa 200 creazioni presepiali in vetrine e locali del centro, opera di privati, scuole ed associazioni.
Un grazie a tutti loro dall'assessore alla cultura Barbara Bucari che ha invitato tutti a popolare già da domenica 8 dicembre le vie della città in quella che sarà una festa animata anche da un trenino bianco e rosso.
Un invito rilanciato dal sindaco Massimiliano Presciutti che ha spronato in primis i gualdesi ad amare la propria città, indicando nella scelta del presepe, come leit motiv di questo Natale, la volontà di un ritorno alle tradizioni vere di questo evento: "Non siamo – ha detto – una città che insegue i guinnes, ma i valori veri che il Natale porta con sè".
(ndr. Questa sera alle ore 19.30 replica 20.20 le immagini e le interviste nel tg di Trg canale 11. Alle ore 21 speciale TrgPlus)
Gubbio/Gualdo Tadino
06/12/2019 18:42
Redazione