Una giornata per conoscere meglio il mondo dei non vedenti, dello sport e della solidarietà quella che si è svolta domenica 27 novembre presso la Sala degli Arconi del Palazzo dei Consoli di Gubbio. La parola del giorno era curiosità: ognuno,infatti, ipovedente, non vedente o normodotato, ha potuto mettersi alla prova con gli sport Paralimpici e in particolare con lo showdown, una sorta di tennis da tavolo che si gioca su un tavolo rettangolare dove alle rispettive estremità è presente un'area di porta.Questa iniziativa, promossa da FISPIC Umbria – Federazione Italiana Sport Paralimpici Ipovedenti e Ciechi - Lions cLub Gubbio Host e Croce Rossa ha permesso di coinvolgere le istituzioni e la città di Gubbio che da sempre si è contraddistinta in Umbria per la sua accoglienza durante queste manifestazioni. Il Lions è infatti sempre presente quando si parla di socialità e di sport, il presidente del club, Giacomo Mancini, ha spiegato l'importanza di aver aderito a questa manifestazione: “abbiamo immediatamente accettato perché we serve, noi serviamo agli altri e aiutiamo le persone che ci chiedono aiuto con quello che possiamo. La vista è uno dei service per noi più importanti”. “Nasce tutto dalla nota scrittrice americana Helen Keller”, continua Mancini, “diventata sordo-cieca all'età di 19 mesi e che poi grazie a una meravigliosa insegnante, Anne Sullivan, è riuscita a parlare. La Keller si recò ad una delle nostre convention negli anni 20 e chiese a noi Lions di diventare cavalieri della vista, accettarono immediatamente.” “Essere Lions”, ricorda il presidente, “è anche l'aiuto fondamentale alle persone prive di vista e ipovedenti. Da quel momento in poi sono tantissimi i programmi che prevede per questo service; il club di Gubbio, per quanto possibile, aderisce a tutte queste mission internazionali e in particolare alla raccolta degli occhiali usati e all'esame della vista.Con l'aiuto del Comune di Gubbio e di un noto ristoratore eugubino, si era fatta anche una cena al buio con lo scopo di sensibilizzare le persone normodotate alla difficoltà di scoprire un mondo dove la vista non c'è ma c'è il potenziamento di tutti gli altri sensi e serve solo avere il coraggio di potenziarli.