È stato convocato per il prossimo 17 novembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy, il tavolo sul monitoraggio della vicenda Beko Europe. Un appuntamento che arriva a distanza di sei mesi dal precedente confronto di aprile, quando venne firmato l'accordo finalizzato a garantire il rilancio e lo sviluppo produttivo degli stabilimenti italiani del gruppo nel lungo periodo. Accordo che tuttavia secondo i sindacati di categoria è stato applicato in maniera "distorta": per il coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm-Uglm, l'azione di Beko Italy negli ultimi tempi è stata "indirizzata esclusivamente a realizzare il piano di saving attraverso le uscite dei dipendenti e la riduzione di risorse nell’organizzazione del lavoro e nell’attività di ricerca e sviluppo. "Dalla firma dell’accordo – spiegano le sigle - l’azienda sta ritardando gravemente l’avvio degli investimenti previsti, pari a 300 milioni di euro, sia nei processi che nello sviluppo di nuovi prodotti". A pagare il prezzo più alto lo stabilmento di Fabriano, dove più di 200 tra operai, impiegati e ricercatori, molti provenienti anche dai limitrofi comuni dell'Umbria, vedono svanire ogni prospettiva di continuità. Il coordinamento nazionale dei sindacati, in vista dell’incontro al Mimit, preparerà una relazione dettagliata sito per sito, divisione per divisione, sui mancati investimenti previsti dagli accordi, sulle carenze di saturazione delle linee produttive considerate strategiche nel piano industriale, sul taglio di risorse per le attività di ricerca e sviluppo e sul mancato confronto in alcune sedi per la gestione delle uscite volontarie dei lavoratori.