C.Castello. Una trifola trovata nella radice secca di un ginepro

Una trifola del tutto particolare, avrebbe finito i suoi giorni infradiciandosi dentro la radice secca di un ginepro, ma grazie al naso e alla bravura della cagnetta Lilli e del suo padrone Angelo Marioli, è stata scovata e finirà presto per sposarsi a saporite tagliatelle. Angelo Marioli, più conosciuto fra i tartufai come Angiolino, ci ha racconta lo straordinario ritrovamento. Ero nella collina di Valdipetrina e stavo rientrando a casa per il pranzo quando la mia cagnetta Lilli ha sentito un tartufo, ha iniziato a raspare con foga il terreno, l'ho aiutata con il vanghino, abbiamo scavato una bella buca profonda una quarantina di centimetri ma del tartufo nemmeno l'ombra. Lilli nonostante il gran lavoro continuava a raspare ed annusare una grossa radice secca di un ginepro. Ho iniziato a togliere la terra attorno alla radice per liberarla, una volta pulita, attraverso ad una fessura, usciva l'inconfondibile profumo della trifola, Lilli aveva individuato dove era nascosto il tartufo. Ho continuato nell'opera di ripulitura e finalmente sono riuscito a sbirciare dalla fessura dentro al tronchetto e ho intravisto il tartufo. Con il vanghino ho tagliato la radice,visto che non avevo un seghetto da legno ho deciso di portare il tronchetto,era lungo 80 centimetri, a casa dove con grande pazienza ho tagliato la parte superiore della radice e finalmente è apparso alla luce del sole il tartufo. La trifola, lunga una decina di centimetri e del peso di poco più di un etto aveva preso la forma della cavità dove si era sviluppata ed era un tuttuno con il legno. Un tartufo il cui profumo intenso si mischiava con il profumo del legno di ginepro. Ora, ha concluso il suo racconto Angiolino Marioli, per poterlo degustare con le tagliatelle dovrò utilizzare un coltello per separare la rara trifola del suo "caveau".