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C.Castello. Vicenda Burri. Riunita la commissione "Servizi".

C.Castello. Si è riunita la commissione consiliare "Servizi". Si è discusso delle ultime vicende della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri con un'audizione dell'avvocato Michele Gambuli.
La Commissione consiliare “Servizi”, presieduta da Luigi Gennari, si è occupata delle ultime vicende della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri con un’audizione dell’avvocato Michele Gambuli, delegato dal consiglio di amministrazione della Fondazione a rappresentarla. In apertura di seduta, il sindaco Fernanda Cecchini ha ribadito che “sarebbe inimmaginabile che la Fondazione Albizzini abbia stipulato con gli eredi di Minsa Craig una transazione che non metta il patrimonio artistico lasciato da Alberto Burri alla città al riparo da azioni e pretese di chi può vantare crediti nei confronti della defunta vedova dell’artista”. “Ho quindi fiducia che l’ennesima vertenza giudiziaria possa ottenere un rapido esito positivo a favore della Fondazione”. Nel suo intervento, Michele Gambuli ha fatto un excursus sulla natura della Fondazione e le finalità assegnatele dallo stesso Burri per sottolineare come siano “compiti irrinunciabili di tale istituzione la tutela e la valorizzazione delle opere del maestro”. “Da qui discende - ha affermato - la scelta, doverosa, di resistere in giudizio a chiunque in questi anni, ed anche in queste ultime settimane, abbia in vario modo ed in varie sedi promosso iniziative giudiziarie volte ad aggredire il patrimonio dell’eredità Burri”. Il consigliere Mauro Alcherigi ha stigmatizzato il fatto che “il credito di tre milioni di euro non è affatto di poco conto e che l’accordo transattivo è al limite del ridicolo a giudicare dagli stessi pronunciamenti del tribunale”. “Ma la mia preoccupazione - ha sottolineato - non è legata solo all’emergenza del pignoramento. Riguarda l’intera politica culturale della Fondazione e la pratica inamovibilità delle persone che impedisce qualsiasi cambiamento e non dà alcuna prospettiva”. Lignani ha chiesto di sapere “quanti soldi sono costati i legali della Fondazione” ed ha sottolineato che “non gli piace che uno che ne è stato consigliere fa poi l’avvocato per la Fondazione e quindi torna a farne il consigliere”. “Se il patrimonio non è stato adeguatamente salvaguardato dalla transazione, come sembra, gli avvocati non meritavano gli onorari, immagino cospicui, che sono stati loro corrisposti”. Franco Ciliberti ha ricordato come “le prime attività della Fondazione poterono contare su contributi ministeriali di 180 milioni per interessamento diretto dei due parlamentari che all’epoca rappresentavano Città di Castello. “La gestione dell’avvocato Mario Gambuli e del professor Nemo Sarteanesi era del tutto trasparente e gratuita. Ora dobbiamo costatare che l’attività della Fondazione si è intrecciata con velenose bramosie di denaro”. Per Roberto Lensi “si ha la percezione che un’istituzione di così grande potenzialità sia invece per la vita culturale della città una cosa di poco conto”. “Non ho nessuna indicazione specifica da dare se non una sollecitazione a promuovere iniziative di alto profilo prioritariamente nel nostro territorio perché questo può avere ricadute importanti per la città e per il suo movimento turistico”. Per Ivano Rampi è “necessario un rapporto più stretto con i rappresentanti del Comune nella Fondazione”. “Sono inquietanti gli aspetti sottolineati da Lignani e Alcherigi e che hanno dato il via a questa ulteriore richiesta di pagamento”. Nicola Morini ha messo in rilievo come, secondo lui, “sentito quello che ha detto Alcherigi, c’è un serio problema interno alla maggioranza”. “Se il Comune è attore della Fondazione attraverso i suoi rappresentanti e un consigliere di maggioranza parla di gestione familistica, lanciando accuse che fanno tremare i polsi, chi amministra la città è messo apertamente sotto accusa”. Rispondendo ai quesiti postigli, l’avvocato Michele Gambuli ha detto che l’esigenza del “cambio di passo è avvertita anche all’interno della Fondazione perché ci siano stancati di vivere soprattutto per i guai giudiziari”. “Vi sono segnali inequivocabili di ammodernamento come la nomina di un nuovo Segretario generale e l’adeguamento di alcuni aspetti organizzativi, il sistematico lavoro di digitalizzazione del materiale documentario per avere un archivio informatizzato da mettere a disposizione della ricerca scientifica e culturale”.
Città di Castello/Umbertide
23/10/2008 16:16
Redazione
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