Cannara. Crack da 200mila euro, imprenditore alla sbarra

L’accusa è di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata. Secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle della Tenenza di Assisi, un imprenditore di Cannara, titolare, all’epoca dei fatti, di una ditta di autotrasporti, avrebbe venduto a una seconda società, attraverso una serie di transazioni finanziarie fittizie, autoarticolati di sua proprietà per un valore di circa 200mila euro, proprio pochi giorni prima della dichiarazione di fallimento della sua azienda principale. Secondo la ricostruzione accusatoria, l’imputato, assistito in giudizio dall’avvocato Cristina Zinci, avrebbe dunque effettuato delle compravendite sospette in modo da favorire la seconda azienda di cui era socio occulto. Operazioni spericolate e poco trasparenti che avrebbero fruttato un guadagno di circa 200mila euro trasformando la prima azienda, sull’orlo del fallimento, in una scatola vuota. Gli investigatori dall’esame della contabilità aziendale avevano rilevato la sussistenza di una triangolazione commerciale attraverso la quale l’imprenditore avrebbe spogliato l’azienda dei propri beni cedendoli ad una seconda azienda che a sua volta l’avrebbe passati ad un terzo soggetto. Un buco da 200mila euro che l’imprenditore dovrà spiegare alla magistratura del tribunale di Perugia di fronte al quale comparirà il 17 aprile, data fissata dal collegio per l’udienza di escussione dei testimoni citati dal pubblico ministero. L’imputato, dal canto suo, nega ogni addebito, sostenendo d’aver agito in buona fede effettuando transazioni del tutto lecite e congrue al prezzo di mercato. L’uomo, incensurato, rischia fino a tre anni di carcere.