Sono state separate le posizioni processuali di Giorgio Giorni, l'imprenditore di 33 anni di Sansepolcro, accusato di avere ucciso e violentato la piccola Maria Geusa, e della madre della bambina, Tiziana Deserto (nella foto), la quale deve rispondere di concorso nell'omicidio e nella violenza sessuale, omissione di soccorso e maltrattamenti. Lo ha deciso nel corso dell'udienza preliminare il gip Claudia Matteini accogliendo una sollecitazioni di tutte le parti. Giorni ha infatti ottenuto il 31 marzo scorso di essere processato con il rito abbreviato. In quella occasione il gip, accogliendo una richiesta dei suoi difensori, gli avvocati Giancarlo Viti e Vittorio Betti, aveva disposto una perizia sulle tracce di saliva rilevate nel corso delle indagini su un body dellabambina e attribuite all'uomo in base al Dna. L'incarico di svolgere questo esame e' stato affidato oggi a un esperto dell'Enea di Roma che il 20 aprile comincera' le operazioni. Il 7 luglio e' stata invece fissata l'udienza nella quale riferira' dei risultati della perizia. Sempre nell'ambito del processo con il rito abbreviato a Giorni, il 4 maggio verranno sentiti i medici dell'ospedale di Citta' di Castello che seguirono Maria Geusa dopo il ricovero. A portare la bambina al pronto soccorso fu la sera del 5 aprile lo stesso imprenditore al quale era stata affidata la mattina (l'uomo era infatti datore di lavoro del padre Massimo, piastrellista, e amico della madre). La piccola mori' il 6 aprile e poco dopo i carabinieri arrestarono Giorni. Il 15 giugno riprendera' invece l'udienza preliminare a carico della Deserto, 32 anni, originaria di Manduria (Taranto). Alla donna l'accusa di concorso in omicidio era stata contestata dal pm Giuseppe Petrazzini facendo riferimento all'articolo 116 del codice penale secondo cui ''qualora il reato commesso sia diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti, anche questi ne risponde, se l'evento e' conseguenza della sua azione o omissione''. In particolare il magistrato ritiene che la Deserto fosse consapevole dei presunti abusi sessuali ai quali Giorni sottoponeva la figlia (ricostruzione alla base dell'iscrizione nel registro degli indagati della donna, avvenuta alla fine del gennaio scorso, in precedenza ripetutamente sentita dagli inquirenti come testimone). Subito dopo la formalizzazione della nuova accusa uno dei difensori della Deserto, l'avvocato Gianni Zaganelli, si era sentito male e quindi la posizione della sua assistita era stata di fatto congelata. Il 15 giugno i suoi difensori valuteranno se scegliere riti alternativi o proseguire nell'udienza preliminare.