Censura, ovvero un richiamo minimo. E' quanto stabilito dall'Ufficio Procedimento disciplinare della Usl Umbria 1 nei confronti delle 3 infermiere che il 15 maggio scorso, al termine del proprio turno, in orario serale, fecero una corsa con un piccolo cero nei corridoi del pronto soccorso e nell'area esterna all'ospedale di Branca. Un episodio visto dalla comunità eugubina come un omaggio alla Festa dei Ceri mancata, di cui anzi la foto è diventata uno dei simboli, ma che fuori dai confini cittadini venne anche esageratamente stigmatizzato.
Da lì il procedimento disciplinare promosso dai vertici della Usl 1: e stamane è stato notificato il provvedimento di conclusione dell'iter riguardante le tre infermiere del Pronto Soccorso dell'Ospedale Gubbio-Gualdo Tadino.
All'esito della istruttoria espletata, l'Ufficio Procedimenti Disciplinari della Usl Umbria 1 ha ritenuto di comminare a tutte e tre la sanzione disciplinare della censura. Sanzione più lieve rispetto a quella inizialmente ipotizzata della sospensione dal servizio e dalla retribuzione per la durata di 10 giorni.
Ma è un giudizio che non soddisfa i difensori delle 3 infermiere, gli avvocati Ubaldo Minelli, Fabrizio Cerbella e Paola Nuti, che proprio alla luce delle argomentazioni poste a fondamento del provvedimento, sebbene parzialmente positivo, "ritengono insussistenti i presupposti e le condizioni di legge e di contratto per l'irrogazione della sanzione inferiore della censura". E dunque preannunciano ricorso.
"Le risultanze documentali ed orali della compiuta istruttoria avrebbero dovuto condurre alla immediata archiviazione del procedimento, spiegano in una nota i legali; se è vero che, come la stessa Commissione Disciplinare argomenta, la condotta delle tre infermiere non ha arrecato alcun danno all'azienda né alcun pregiudizio all'utenza, sia per “.....l'assenza, negli spazi in cui si è volta la processione simulata, di utenti, unitamente all'accertato rispetto delle distanze di sicurezza e di uso dei dispositivi di protezione individuale (mascherine)....”, sia per l'esiguità temporale del fatto che “ ...va comunque constestualizzato in un momento di ripresa a seguito di grave stress psicofisico del personale sanitario, conseguenza della ben nota emergenza epidemiologica...”.
A tutto ciò si aggiunga che per le tre infermiere la Commissione parla di comprovata professionalità e assenza di qualsiasi precedente disciplinare a loro carico, ad ulteriore dimostrazione della manifesta ingiustizia del provvedimento irrogato, anche se nella forma più lieve".
Nei prossimi giorni unitamente, gli avvocati Minelli, Cerbella e Nuti, dunque, annunciano che daranno corso alle iniziative di legge (impugnazione) dinanzi alla competente Autorità Giudiziaria, per chiedere l'annullamento pieno della sanzione.
La sensazione è che il giudizio comminato somigli al richiamo verbale di un arbitro che non se la sente di tirar fuori il cartellino giallo, perchè si tratta di episodio fin troppo veniale, per il quale appare pure eccessivo "aver fischiato". Episodio che per altro, se collocato nel contesto di chi conosce la Festa dei Ceri, simbolo di questa Regione, avrebbe dovuto suggerire effettivamente fin dal principio il ridimensionamento dell'enfasi data alla vicenda e l'azzeramento totale di ogni provvedimento.
Al di là di come andrà a finire la questione, resta questa una delle immagini iconiche della Festa dei Ceri 2020, forse la più significativa. Con buona pace dei regolamenti disciplinari.
Gubbio/Gualdo Tadino
12/08/2020 11:05
Redazione