La digitalizzazione è ormai un prerequisito per crescere. L’Umbria presenta una buona base infrastrutturale: secondo Istat – Imprese e ICT, il 99,6% delle imprese con almeno 10 addetti è connesso a Internet, rispetto al 97,8% nazionale. Ma, rilevano Unioncamere e Infocamere, la qualità dell’adozione resta bassa. Solo il 14,9% delle imprese umbre ha un livello avanzato di digitalizzazione, contro il 17% italiano e il 18,1% della media del Centro Italia (fonte Unioncamere–Infocamere). Dal 2010 al 2021 l’Umbria ha visto crescere di appena +0,6% la quota di imprese digitalizzate, contro il +2,1% di Toscana e Lazio. Troppo poco, soprattutto alla luce della rapidità della trasformazione in atto.
L’e-commerce cresce ma resta elitario
Secondo Unioncamere, il 18,7% delle imprese umbre dichiara di usare canali online per la vendita di beni e servizi: un dato migliore di Marche (16%) e Toscana (14,4%), e in linea con l’Emilia-Romagna (18%). Ma restringendo l’analisi alle imprese strutturate, Istat rileva che appena il 10% utilizza regolarmente piattaforme di e-commerce, contro il 14% nazionale e il 16% in Germania (Eurostat 2023). Il divario è evidente: poche aziende sono realmente operative nei mercati digitali, mentre la maggioranza resta ferma a una trasformazione parziale. E ciò limita anche l’accesso a nuovi clienti, mercati esteri e opportunità di posizionamento.
Competenze digitali: sopra la media italiana, sotto gli standard europei
Secondo Istat – Cittadini e ICT 2023, il 47,4% della popolazione umbra tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali almeno di base. Un dato sopra la media italiana (45,9%), ma sotto quella del Centro Italia (49,9%) e lontano da Francia (57%) e Olanda (79%) – dati Eurostat. Solo il 21,9% ha competenze avanzate. La frattura è netta tra generazioni e territori: nelle famiglie con minori la connessione è quasi totale; tra gli over 65 la quota di famiglie senza Internet supera il 35%. Ciò limita l’accesso ai servizi, ai diritti e alle opportunità.
Le imprese cercano skill digitali, ma non le trovano
Il mismatch tra domanda e offerta è un freno strutturale. Secondo il Sistema Excelsior (Unioncamere–Anpal), il 52% delle assunzioni in Umbria richiede competenze digitali operative. Un terzo esige skill elevate: gestione software, linguaggi informatici, tecnologie 4.0. L’Umbria è tra le regioni italiane con maggiore richiesta di digital skill, ma oltre la metà delle imprese segnala difficoltà nel trovare profili adatti. Un paradosso che rallenta l’innovazione anche dove c’è volontà di investire, con effetti diretti su produttività e competitività.
Banda ultralarga e territori: il digital divide si restringe
L’Umbria ha completato uno dei piani più avanzati d’Italia per ridurre il divario infrastrutturale. Secondo Infratel Italia, 77 comuni “a fallimento di mercato” sono stati cablati con oltre 2.000 km di fibra ottica. Sono state raggiunte 117.000 famiglie e 336 sedi pubbliche, incluse scuole e presidi sanitari. Ora anche borghi della Valnerina o dell’Alta Umbria hanno accesso a reti da 1 Gbps. Ma il cavo non basta: serve accompagnamento all’uso e formazione capillare, per evitare che la connessione resti potenziale inespresso. L’inclusione digitale si costruisce con la prossimità.
Il contributo della Camera di Commercio
La Camera di Commercio dell’Umbria è attiva attraverso il Punto Impresa Digitale (PID): check-up tecnologici, mentoring, corsi su marketing digitale, sicurezza informatica, cloud e gestione dati. Nel 2024, grazie al programma “Umbria 4.0”, sono stati finanziati progetti su intelligenza artificiale, Internet of Things e cybersecurity. I voucher digitali 4.0 hanno sostenuto decine di PMI locali nell’introduzione di soluzioni tecnologiche avanzate. Il sostegno non è solo economico: è orientamento, visione, rete di servizi.
La spinta del PNRR e i Punti “Digitale Facile”
Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha lanciato, anche in Umbria, i Punti “Digitale Facile”: sportelli di facilitazione per accompagnare cittadini fragili nell’uso di SPID, servizi pubblici online, pagamenti elettronici e sicurezza digitale. L’obiettivo nazionale è formare 2 milioni di cittadini entro il 2026. La Regione ha già avviato i primi presìdi con enti locali e terzo settore, per portare il digitale dove serve di più: tra gli esclusi, nei quartieri fragili, nei comuni più piccoli. È una sfida anche culturale.
Un capitale da far crescere
L’Umbria è infrastrutturata, ma ancora debole su cultura digitale e competenze. Ha imprese pronte a innovare e amministrazioni attive, ma servono più strumenti, percorsi formativi, interoperabilità tra enti e un salto di qualità nella governance. Il digitale non è una moda: è un’infrastruttura immateriale decisiva per redditi, lavoro e qualità dei servizi. La transizione è iniziata, ma accelerarla è una responsabilità condivisa. La Camera di Commercio, con la sua rete e la sua visione, continuerà a essere uno dei pilastri di questo percorso.
Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “L’Umbria ha oggi un’occasione irripetibile: fare della digitalizzazione e delle competenze la leva per un nuovo sviluppo diffuso, inclusivo e competitivo. Ma serve una strategia concreta, fondata su infrastrutture, formazione e capacità di visione condivisa tra pubblico e imprese. In questa direzione si muove con determinazione la Camera di Commercio dell’Umbria, che ha posto la transizione digitale – insieme a quella ecologica – come una delle colonne portanti del proprio programma di mandato. Lo stiamo traducendo in azioni tangibili: supporto alle PMI con il PID, cybersecurity, diffusione delle tecnologie 4.0, formazione diffusa. Perché non basta essere connessi: bisogna essere preparati, consapevoli, capaci di utilizzare la tecnologia per crescere davvero.”
Perugia
08/11/2025 13:32
Redazione