La Chiesa di San Francesco era davvero colma di fedeli. Non solo i tanti abituali della celebrazione delle ore 11,30 della domenica mattina. Per la prima volta a Gubbio, hanno partecipato anche non udenti e loro familiari, vista la possibilità di seguire la liturgia non solo grazie alla diffusione audio degli altoparlanti, ma anche con le parole scritte e proiettate sopra un grande schermo bianco, accanto all’altare. Si tratta del secondo esperimento in Umbria, dopo quello ospitato dalla diocesi di Perugia nella Pasqua del 2008. Una iniziativa dell’associazione perugina Fiadda, cioè le Famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli audiolesi. Una realtà nata nel 2007 proprio dall’incontro di alcune famiglie che condividono le difficoltà legate all’avere bambini non udenti o audiolesi. “E’ difficile far uscire le nostre famiglie dal loro isolamento – spiega Claudio Mariottini, presidente della Fiadda – ed è per questo che l’associazione vuol essere innanzitutto un modo per scambiare solidarietà tra di noi e con tutte le persone che condividono le nostre difficoltà e quelle dei nostri figli”. Stamattina, nella Chiesa di San Francesco, erano proprio loro i protagonisti: i tanti bambini con difficoltà uditive. Oltre a essere tutti raccolti nelle prime file della chiesa eugubina, hanno anche animato la liturgia, leggendo le letture della celebrazione e recitando la preghiera dei fedeli. Parole a volte un po’ stentate, per le difficoltà di udito, ma che hanno commosso i tanti presenti, a cominciare dai loro genitori. “Quella di Gubbio è la nostra seconda esperienza in Umbria con la santa messa sottotitolata – aggiunge Mariottini – e ci piacerebbe che diventasse una consuetudine e si diffondesse nelle comunità parrocchiali dove c’è la necessità, magari per la presenza di un gruppo di audiolesi”. La Fiadda, del resto, si impegna già anche nel mondo della scuola e ha realizzato pure alcuni tentativi di sottotitolazione dei film nei cinema. “La nostra – spiega ancora Claudio Mariottini – è una realtà unica in Umbria e tra le pochissime a livello nazionale, dove in questi casi generalmente si privilegia il linguaggio dei segni. Una tecnica che i nostri bambini, però, non conoscono”. La tecnica di sottotitolazione utilizzata stamattina a Gubbio per la santa messa, invece, la spiega Carlo Eugeni, perugino che di professione fa proprio il “sottotitolatore” e si occupa di re-speaking, la tecnica cioè di ripetizione di quanto viene pronunciato dall’oratore, ad uso del computer che poi in automatico proietta sul grande schermo. “I programmi informatici di riconoscimento vocale – sostiene Eugeni – ormai hanno raggiunto ottimi livelli, ma naturalmente è sempre difficile captare una voce non abituata a utilizzarli, come il celebrante di una messa. Per cui, il mio ruolo è stato quello di ripetere davanti al computer quanto via via veniva detto dal Vescovo e dettare al software un testo, a volte anche semplificato, da proiettare sullo schermo”. Il primo esperimento italiano per la sottotitolazione di una celebrazione liturgica è stato fatto nel maggio del 2007 in una chiesa di Cantù, dove oggi alcuni sacerdoti hanno introdotto la tecnica nelle messe domenicali abituali e hanno “allenato” il software a riconoscere la loro voce, senza la mediazione del “re-speaker”. “Naturalmente – aggiunge Carlo Eugeni, che collabora anche con il Televideo Rai – queste tecniche di sottotitolazione sono ancora molto sperimentali e servirebbero sviluppatori di programmi informatici per affinarle, perché purtroppo la domanda di questi servizi è ancora molto di nicchia e quindi le aziende che producono software non hanno stimoli commerciali a migliorare i programmi”. Soddisfatto dell’esperimento anche mons. Mario Ceccobelli, il vescovo di Gubbio. “Nonostante un brutto raffreddore e un mal di gola che mi ha cambiato decisamente la voce – ha detto – sono felice che stamattina abbia potuto raggiungere e farmi comprendere anche da persone con difficoltà di udito. Siamo molto contenti che l’associazione Fiadda abbia scelto una chiesa della nostra diocesi per questa celebrazione”. Dopo la messa, le famiglie dell’associazione e tanti altri partecipanti alla santa messa si sono ritrovate nel chiostro del convento di San Francesco per condividere insieme anche il momento del pranzo.
Gubbio/Gualdo Tadino
16/11/2009 11:41
Redazione