Per Federico da Montefeltro che lo fece costruire dopo il 1470 doveva essere la residenza gemella di quella urbinate, costruita di rimpetto alla cattedrale e affacciata sulla città a voler sfidare l’imponenza del Palazzo dei Consoli e dei poteri comunali che aveva da sempre rappresentato. Oggi il Palazzo Ducale è sede mussale, discussa e ancora in via di definizione, ma anche punto nevralgico della parte alta di Gubbio, cerniera tra il quartiere San Martino a ovest e la zona est della città. Tale funzione è stata espletata da sempre dal cosiddetto “voltone “ , un’appendice in realtà del palazzo ducale che si apre sui giardini pensili e sulla città. E’ proprio questo passaggio il pomo della discordia ormai da tempo, vedendo però acuirsi la situazione in queste ore. La Soprintendenza ai beni architettonici, tutore del Palazzo Ducale di proprietà statale, in data 28 aprile ha scritto al comune di Gubbio annunciando la prossima chiusura del voltone con cancellate in ferro, per salvaguardare il pavimento in cotto dal passaggio di auto. La chiusura è prevista per la metà di giugno e resterà aperto solo ai pedoni, mentre il comune potrà concordare con la stessa soprintendenza i casi di apertura in occasione di specifiche manifestazioni. La decisione è giunta come classica goccia che fa traboccare il vaso nel mare di malumori già presenti tra i residenti di via Remosetti, via Federico da Montefeltro e via Galeotti, coloro che in sostanza si servono del passaggio carrabile per tornare a casa e che già avevano protestato contro una sbarra di ferro posta a livello del piano stradale all’ingresso del voltone, causa, dicono, di danneggiamento dei veicoli . L’annuncio dell’apposizione e chiusura dei cancelli ha fomentato la protesta, con tanto di lettera scritta al sindaco e protocollata in data 17 maggio – 27 i firmatari – in cui si chiede che il voltone resti via pubblica e transitabile per chi vive nei paraggi. Contestata anche la scelta di far eventualmente passarele macchine per via del Monte, di fronte all’ingresso della cattedrale, soluzione effettivamente complessa per la ripidità della strada quanto per il passaggio continuo di turisti. Non piace ai residenti della zona nemmeno l’accusa che viene rivolta loro di essere i responsabili della sosta selvaggia che quotidianamente viene effettuata sotto il voltone: quelle auto, dicono non sono le nostre. Del caso se ne sta interessando l’amministrazione comunale; il vice sindaco Maria Clara Pascolini è in contatto con la soprintendenza per evitare la chiusra dei cancelli e consentire alle 14 famiglie residenti di poter avere un permesso speciale di transitabilità, purchè, sottolinea, non vi sia abuso. Sulla sbarra a livello del piano stradale, invece, la posizione del Comune è in linea con quella Soprintendenza: tale elemento in ferro è un deterrente alla velocità, dice la pascolini, se si procede piano e con cura non crea problemi a nessuno, la stessa vice sindaco lo avrebbe sperimentato personalmente. Intanto nel tardo pomeriggio i residenti hanno messo in piedi una protesta di fronte al Palazzo per chiedere attenzione verso le loro problematiche