Foligno. Il presepe arcobaleno della chiesa di San Francesco

A volerne dare una lettura politica, sempre forzata in tema di sacralità, il presepe della chiesa di San Francesco a Foligno si presterebbe ad un’interpretazione pacifista. Il drappo, che a mo’ di cordone divide la navata principale dalla nicchia entro la quale è stato allestito il presepe, ha difatti tutte le sfumature di colore della ormai popolare bandiera della pace. Dall’indaco al lilla, dal giallo all’arancio: ogni colore rappresenta una razza e ogni razza una identica dignità di fronte agli uomini e a Dio. Stesse nuances anche per il tappeto di raso che ricopre il pavimento su cui è stata disposta della paglia con al centro una stella di Natale, la caratteristica pianta ornamentale del periodo natalizio diventata ormai un must. Color aragosta è invece il tessuto drappeggiato che ricopre il basamento su cui è poggiata la sacra rappresentazione, ridotta ai suoi termini essenziali, vale a dire Gesù, in fasce in atto benedicente, e ai suoi lati, la vergine Maria e il falegname Giuseppe. Nient’altro. Quasi a voler far aggettare, in un periodo storico che della sovrabbondanza e dello sfarzo ha fatto la propria cifra, l’essenzialità e l’essenza. Su di un lato, poggiato al muro, un cartellone bianco accoglie i fedeli di sempre, ma anche i visitatori dell’ultim’ora, con un versetto del Vangelo secondo Luca: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo primogenito". Non serve altro. Né allestimenti né luci. Il senso del presepio è proprio in quelle tre righe scritte in stampatello, in bella grafia, che riassumono quel che è o dovrebbe essere la sacra rappresentazione allestita in tutti o quasi gli edifici di culto del territorio: la nascita di Gesù diventato uomo e offerto in dono dal Padre per la salvezza di tutti gli uomini.