Foligno. Paola De Bonis, capogruppo di Forza Italia:"riportiamo le fiere nel centro storico"

Anche questa volta abbiamo perso una grande occasione per la città, e soprattutto per la rivitalizzazione del centro storico. E’ ormai al termine (per fortuna) questa legislatura e nonostante gli impegni assunti dall’allora candidato sindaco Manlio Marini, mai in questi cinque anni, le bancarelle della Fiera sono state riportate all’interno delle mura urbiche. Non è stata presa minimamente in considerazione nemmeno l’ipotesi di una sperimentazione, né per quella di San Feliciano né per quella settembrina di San Magno. Grandi eventi come la Giostra della Quintana o i Primi d’Italia, o le notti (bianche o rosa che siano) non bastano da sole per ridare slancio, vitalità ed attrattiva al cuore di Foligno. Serve una strategia chiara e precisa, cosa di cui in questi cinque anni non v’è stata traccia. Sostenere che il problema sia legato a motivi di sicurezza, significa semplicemente nascondersi dietro un dito e ingannare cittadini e commercianti. A Perugia hanno riportato le fiere nel centro storico, così come in città più piccole tipo Senigallia, Arezzo o Lucca che hanno sostanzialmente le stesse caratteristiche di Foligno. Vediamo tutti cosa succede in occasione della Fiera dei Soprastanti, con migliaia di persone, e magari con passeggini, biclette, e cani al guinzaglio al seguito. A Sant’Eraclio, per il Carnevale c’è una concentrazione di gente, carri, bancarelle impressionante. Per i Primi d’Italia, ogni angolo del centro storico è percorso da centinaia di visitatori, con degli stand attrezzati collocati in piazze, piazzette e slarghi, senza che nessuno parli di allarme e problema sicurezza. La verità è che vengono usati due pesi e due misure, la verità è che non c’è né la volontà politica né quella amministrativa per far tornare le fiere dove dovrebbero stare e dove tutti le stanno riportando: nel centro storico della città. La verità – quella che non si può dire e che alla fine sanno tutti – è che ci sono alcuni uffici e settori comunali, che non hanno voglia di ri-organizzarla e di seguirne lo svolgimento.