Apprendiamo con moderata soddisfazione, la decisione di rinviare a gennaio 2009, l’inizio della restituzione della busta pesante, esprimendo la nostra piena preoccupazione per la situazione di grave crisi economica occupazionale che sta colpendo proprio i territori interessati dal provvedimento, posti a cavallo fra l’Umbria e le Marche. E’ questo il commento di Claudio Carini, Presidente della Confartigianato di Gualdo Tadino, sulla recente proroga del governo che ha fatto slittare, appunto a gennaio 2009, l’inizio della restituzione del debito. Questa è una decisione importante, perché sarebbe stato molto peggio dover restituire otto rate contemporaneamente, come si era ad un certo momento prospettato, però il provvedimento, è del tutto insufficiente, considerando il contesto di grave difficoltà congiunturale. In effetti, oltre alla presenza di settori in crisi, da anni, come la ceramica ed il tessile abbigliamento calzaturiero, si è recentemente aggiunta la situazione di forte precarietà della Antonio Merloni, che interessa, non solo i numerosi dipendenti diretti dell’azienda ma anche circa 400 imprese dell’indotto, con altrettanti occupati. Se a ciò aggiungiamo i segnali preoccupanti di rallentamento nel comparto dell’edilizia e la precarietà di altri settori del terziario, che indirettamente subiscono gli effetti devastanti della crisi in atto, possiamo facilmente comprendere l’impossibilità per imprese e cittadini di poter provvedere, al rientro del debito, a breve scadenza. Come Confartigianato, ricorda il Presidente, insieme alle altre forze sociali ed istituzionali, ci siamo battuti, fin dall’inizio, per chiedere un trattamento simile a quello concesso ad altre regioni colpite da calamità naturali, come il Piemonte e la Sicilia, che hanno restituito gli importi sospesi nella misura del 10%. Poi abbiamo accettato, responsabilmente, la soluzione proposta di restituire il 40% degli importi, con la dilazione decennale, perché si dava sufficiente respiro alle popolazioni di Umbria e Marche, ma, tutto ciò, in una condizione di normalità socio economica. Oggi essendo cambiate le condizioni nel giro di pochi mesi e trovandoci, per altro, nel vortice di una crisi finanziaria mondiale, per la quale gli esperti prevedono non vi sia una possibilità di ripresa prima di due anni, ci sentiamo di chiedere, dignitosamente e legittimamente, un ulteriore rinvio, per la restituzione della busta pesante, di almeno un anno, iniziando a pagare cioè da gennaio 2010. Questa è una richiesta che chiediamo di sostenere a tutti i livelli istituzionali e da parte di tutte le componenti sociali e politiche, per cercare di superare l’attuale stato di emergenza, lavorando, contestualmente, su tutti quegli interventi utili alla rinascita sociale ed economica dei nostri territori.
28/10/2008 16:08
Redazione