La Diocesi e l’Amministrazione Comunale hanno ricordato ieri il 76° anniversario della tragica morte di Umberto Paruccini, giovane vigile del fuoco, impegnato nell’apostolato e nel sociale, ferito mortalmente da un soldato tedesco il 5 luglio 1944, mentre stava portando a termine un’azione umanitaria nei confronti di quanti erano custoditi come ostaggi nel convento di S.Ubaldo.
La cerimonia si è svolta nei pressi del luogo dell'uccisione, avvenuto a metà del terzo stradone, a salire, del Monte Ingino. Alle ore 16.30 la santa messa celebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini (salito in sella ad una bici elettrica) nella prima “Capeluccia” insieme a Don Pietro Benozzi, vice priore della Basilica di S.Ubaldo, presente Sindaco e gonfalone.
“Ancora oggi – ha sottolineato tra l’altro il Presule durante l’omelia - abbiamo tutto da imparare da un sacrificio come quello di Umberto, che ha speso la propria esistenza nella mitezza, come un dono da mettere al servizio degli altri, della fraternità e della pace”. Al termine la deposizione di una corona di alloro dinanzi al cippo eretto sul luogo del ferimento. “Non è un vuoto rituale – ha specificato il Sindaco Stirati – ma un momento molto sentito nel ricordo di una esistenza vissuta all’insegna degli ideali più nobili”. La vicenda è stata ricostruita brevemente dallo storico Giancarlo Pellegrini che ha tenuto a ricordare come sul letto di morte, consapevole del suo destino, Umberto Paruccini, al suo fianco il vescovo del tempo Beniamino Ubaldi, abbia avuto parole di affetto per i genitori e di perdono per i suoi assassini.
Gubbio/Gualdo Tadino
06/07/2020 08:42
Redazione