Scavando si possono trovare delle sorprese, soprattutto in città ricche di storia. E' quanto accaduto nelle ultime ore a Gubbio durante il cantiere in atto per la ripavimentazione e riqualificazione di Piazza Grande. Durante i lavori di scavo, a carico dell'azienda capitolina Isam, sono difatti rinvenuti dei basamenti in pietra che rimandano subito a primo acchito ad un epoca antica. Gubbio peraltro è città ricca di reperti soprattutto di età romana soprattutto dove un tempo sorgeva la città vecchia ma nel caso in questione non dovrebbe trattarsi di reperti risalenti all'età imperiale: secondo una prima e ancora sommaria ricostruzione difatti si dovrebbe trattare delle fondazioni dei pilastri del loggiato che univa i palazzi pubblici(prima foto nella gallery). Una visione della Piazza attuale – come ricostruito anche dallo storico eugubino Fabrizio Cece - si può riscontrare difatti a fine 1400, quando furono eseguiti specifici lavori di completamento ma è dei primi del 500' l'inizio la lavorazione del loggiato, che servivano al tempo per ospitare le botteghe dei commercianti forestieri che venivano a Gubbio per la fiera di Sant'Ubaldo. Poi nel corso del tempo una parte del loggiato ospito' l'archivio pubblico, mentre l'altra parte divenne la cappella delle carceri che rimasero integre fino all'Unità d'Italia. Nel corso degli anni il loggiato fu più volte oggetto di manutenzioni varie fino a metà 1800 quando(complice anche la volontà del Marchese Ranghiasci che abitava dirimpetto e desiderava una vista panoramica) si optò per la demolizione del porticato che univa il palazzo vecchio a quello delle carceri con installazione dall'attuale murello. Lo testimonia nel 1838 il progetto predisposto per il rifacimento del selciato di piazza Grande dall'architetto e ingegnere comunale Giovanni Nini(seconda foto nella gallery) che mostra, evidenziandole con il colore giallo, la posizione dei pilastri del loggiato che sarà poi abbattuto l'anno dopo, nel 1839. Demolizione non completa tanto che tali basamenti sarebbero sopravvissuti fino al ritrovamento odierno. Ovviamente ora la palla passa alla Soprintendenza per i rilievi e le misure del caso al fine di accertare la storicità delle fondazioni, tutelare i reperti e al contempo poter proseguire l'iter dei lavori che hanno come deadline l'inizio Primavera 2024.