I Ceri patrimonio dell'umanità

Dall'intera regione della Tasmania al centro storico di Bruges, dalla Grande muraglia cinese alla Gerusalemme vecchia, fino ai sassi di Matera e al campo di concentramento di Auschwitz. Sono solo alcuni dei beni considerati patrimoni dell'umanità dall'Unesco. E tra poco, ormai l'iter burocratico sarebbe a buon punto, per non dire quasi concluso, anche la Festa dei Ceri dovrebbe entrare a far parte a pieno diritto dei beni immateriali dell'Unesco. La notizia riportata dal quotidiano “La Repubblica” il 30 dicembre scorso è di quelle che fanno chiudere in bellezza il 2006 e aprire il 2007 decisamente sotto buoni auspici. La tappa di avvicinamento a questo importante traguardo l'ha sicuramente segnata l'avvenuta firma delle convenzioni sulle Diversità Culturali insieme a quella imminente sui Beni Intangibili, ultimo anello mancante per vedere completato il percorso che porterà la Festa dei Ceri ad essere tra le prime, se non la prima in assoluto, manifestazione tutelata dall'Unesco. Unanimi e assolutamente positivi i commenti dei presidenti del Maggio Eugubino Lucio Lupini e dell'Università dei Muratori Massimo Faramelli Per Lupini infatti "e' sicuramente un passaggio decisivo per quello che è un riconoscimento che la Festa merita e deve avere. E' una sorta di certificazione che tutela e sancisce una volta per tutte l'estrema importanza dal punto di vista culturale sociale e antropologico dei Ceri, non solo per gli eugubini ma per chi ha in sé lo spirito della Festa e la viene a vivere da spettatore. Ed è forse una risposta a chi ha inserito la Festa dei ceri in un elenco di manifestazioni culturali finanziabili con 20mila euro, elenco nel quale, lo ribadiamo, non vogliamo essere." Sulla stessa lunghezza d'onda e non poteva essere altrimenti anche Faramelli: "Da eugubino in primis e da presidente dell'Università dei Muratori non posso che essere soddisfatto della notizia. Ora i passi successivi dovranno essere quelli rivolti alla costruzione di una serie di iniziative collaterali alla Festa, prima fra tutte la costituzione finalmente di un Museo dei Ceri, di concerto ed in collaborazione di tutti, istituzioni, associazioni famiglie ecc." Anche per il prof. Adolfo Barbi si tratta di un traguardo positivo "E' la più importante manifestazione italiana per i suoi ininterrotti 800 anni di storia, che è passata indenne tra le guerre e i divieti. Come nel 1811 - dice ancora il prof. Barbi - quando i francesi la vietarono o durante la Grande Guerra quando i soldati eugubini in trincea costruirono tre macchine che poi fecero correre tra i baraccamenti del Col di Lana, sulla Marmolada o sotto l’occupazione tedesca del’44. E’ questo la Festa dei Ceri, uno spirito immutato e immutabile che sfida tempo e uomini”.