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Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini sulla vicenda Castelluccio: si al confronto, ma rispetto per il nostro ruolo

Il Parco sulla vicenda Castelluccio: si al confronto, ma rispetto per il nostro ruolo. Non vogliamo e non possiamo essere considerati il terminale di tutti i mali: non siamo un ostacolo alla ripartenza del territorio.

In questi ultimi giorni il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato fatto oggetto di ripetuti attacchi in merito alla vicenda del mancato permesso a costruire un parcheggio a Castelluccio ad uso della struttura denominata il “Deltaplano” destinata ad ospitare attività commerciali e ristorative. In realtà è subito parso evidente come la posta in gioco fosse ben più alta se si è arrivati a mettere in discussione l’utilità del Piano del Parco e a promuovere una raccolta firme per l’uscita di Castelluccio dal Parco. Non sono valsi a nulla i reiterati tentativi, da parte dell’Ente, di trovare soluzioni condivise, e la disponibilità a ragionare insieme su altre opzioni, anche migliorative rispetto a quelle inizialmente proposte: ad esempio, rispetto alla settantina di posti auto inizialmente previsti per il “Deltaplano”, l’alternativa formulata dal Parco è arrivata a contemplarne circa 250. Si è preferito alzare il livello dello scontro attaccando il Parco come fosse l’unico responsabile della mancata autorizzazione piuttosto che chiamare in causa anche gli altri soggetti istituzionali che hanno espresso il diniego: Ministero dell’Ambiente, Soprintendenza dell’Umbria, Ispra. Si è preferito alzare un polverone contro il Parco mettendoci dentro tutto, ed arrivando a definirlo come il terminale di tutti i mali, come il vero, unico ostacolo alla ripartenza del territorio dopo il sisma. E il sospetto che si tratti di una azione strumentale, legata alle imminenti elezioni politiche, con la speranza da parte di alcuni di forzare certe situazioni, è più che legittimo. Altrimenti, perché tirar fuori questa storia del mancato permesso proprio ora, quando si tratta di una decisione maturata a fine settembre? Forse che, i castellucciani non lo avevano saputo? E le strade per arrivare a Castelluccio… Forse che, è responsabilità del Parco il protrarsi dei lavori, se le autorizzazioni di propria competenza sono state concesse lo scorso febbraio? Invocare poi la temporanea sospensione delle norme del Piano del Parco come se ciò potesse consentire chissà quali operazioni in barba alle normative nazionali e comunitarie di tutela dell’ambiente e del paesaggio denota una scarsa conoscenza dei meccanismi giuridici che regolano le aree protette… Capiamo il disagio dei cittadini che hanno vissuto il terremoto e che ancora vivono le ferite di questa tragedia sulla loro pelle. Molti di noi hanno subito la stessa sorte: case inagibili, sistemazioni temporanee, difficoltà nel lavoro. Il Parco stesso è ancora senza una vera casa, visto che la sua sede originaria, a Visso, è inagibile. E proprio per questo, perché questa è la “nostra” terra, la terra dei Sibillini, come lo è per i castellucciani e gli abitanti delle altre frazioni nursine, pretendiamo di essere considerati interlocutori e non oppositori. Questa “guerra” non aiuta. Non aiuta il Parco ma, certamente, non aiuta Castelluccio. Noi non abbiamo paura del confronto: siamo pronti ad ascoltare e a ragionare, l’importante è che si abbia la volontà di farlo insieme, nel rispetto delle norme e dei ruoli, e soprattutto superando posizioni che sembrano dettate più da rabbia e frustrazione o, nella peggiore delle ipotesi, da interessi che non rendono giustizia alla storia e alle tradizioni del nostro territorio.

Perugia
29/01/2018 17:01
Redazione
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