Un’infestazione di bruchi senza precedenti, che stanno mangiando le foglie di alcune piante tartufigene, quella che quest’anno sta colpendo alcune zone della montagna folignate. Un fenomeno allarmante per monitorare il quale l’associazione di tartufai Tuber Terrae si è fatta promotrice di una raccolta firme che chiede a Regione, Agenzia forestale, Usl Umbria 2 e Comune di Foligno un intervento di controllo e mitigazione del problema. L’associazione di tartufai, da sempre interessata alla tutela del biodiversità e del patrimonio boschivo, si dunque è fatta interprete di questa esigenza - emersa da più soggetti - attraverso una petizione che ha coinvolto diversi privati cittadini e attività produttive, insieme alle Comunanze di Sostino, Pale e Ponte Santa Lucia. La petizione è stata inviata al Servizio fitosanitario regionale della Regione Umbria, all’Agenzia forestale di Perugia, al Servizio sanitario regionale Usl Umbria 2 di Foligno e al sindaco del Comune di Foligno. L’infestazione di bruchi sta causando non solo allarme, ma veri e propri danni alla vegetazione, senza risparmiare la produzione tartuficola. I bruchi in questione divorano per intero il fogliame, danneggiando irreparabilmente la pianta e lasciando esposto il terreno. Nella stima fatta, ad essere a rischio è un’area di circa 1000 ettari, con 200 ettari di impianti di tartufo. E per il futuro il rischio, sicuramente reale e già in atto, è che la zona si allarghi. “C’è un grande allarme per il danno che stanno facendo i bruchi in una parte della montagna folignate tra Capodacqua, Gallano, Pale, Sostino, La Franca, Scopoli, Ponte Santa Lucia, Cancelli. Questi parassiti – si legge nella raccolta firme – oggi hanno già divorato il fogliame di diversi ettari di piante tra piccole e grosse, tra poco sicuramente ci sarà una invasione di farfalle che cominceranno a nidificare di nuovo. Nella maggior parte dei casi le specie attaccate sono roverella, carpino e leccio. Nell’area in questione, che per ora si può stimare in più di 1000 ettari, oltre ai boschi e alla tartufaie naturali, ci sono anche molti impianti di tartufo per circa 200 ettari. Si tratta di un'area vocata alla produzione di tartufo in maniera particolare per il Tuber aestivum e Tuber melanosporum. Le tartufaie cosiddette coltivate sono state messe a dimora con piantine micorrizzate di quercia, carpino ed altro nell' arco di diversi anni e in molti casi sono state utilizzate anche provvidenze pubbliche. Gli impianti più vecchi sono già in produzione da alcuni anni, con importanti risultati per quanto riguarda la produzione di tartufi. I bruchi, lunghi pochi centimetri, hanno trasformato le zone colpite, da verdi che erano, in un luogo simile a quello che ha subito un incendio. Per i proprietari è una vera propria catastrofe”. Da qui la richiesta: “Vogliamo portare a conoscenza dei destinatari della raccolta firme quanto sta accadendo in una parte del territorio del comune di Foligno perché si attivino ciascuno per le proprie competenze. Chiediamo, dunque, sulla parte interessata, che è ancora circoscritta pur essendo vasta, sopralluoghi al fine di verificare i danni causati, come possono essere mitigati, se possono esserci problemi sanitari per chi abita quelle zone o le frequenta, cosa si può fare oggi e cosa per il futuro e se eventualmente si possono attivare procedure per il risarcimento del danno”.
Foligno/Spoleto
04/07/2025 12:22
Redazione