La "guerra dei rifiuti" in Umbria è appena iniziata e Gubbio per il momento resta alla finestra. C'era anche il sindaco Filippo Stirati alla riunione lunedì scorso voluta dalla Regione Umbria – presenti la presidente Marini e l'assessore Cecchini – con i sindaci dei Comuni di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Orvieto, Magione, Gubbio e Spoleto, il direttore dell'Arpa e il presidente dell'Auri.
Principale argomento: l'attuale chiusura della discarica di Borgogiglione, dove conferiscono i Comuni di Perugia e perugino, il progetto per il suo adeguamento (2 milioni di euro quello sposato dalla Regione con palizzate da 50 metri piazzate fino a 22 di profondità per risolvere il problema della tenuta del terreno) e il problema di dove portare i rifiuti nel corso del 2019 in attesa dei lavori di Borgoglione. L'accordo trovato a fine seduta, tra maldipancia e distinguo soprattutto da terra orvietana, è stato quello di utilizzare le discariche di Belladanza a Città di Castello e Le Crete ad Orvieto. Intuibile invece , seppur non detto esplicitamente, chi pagherà i sovracosti di conferimento che Gesenu sosterrà per portare i rifiuti in Alto Tevere e nell'orvietano, quasi sicuramente i cittadini in bolletta. Gubbio, che al tavolo ha ribadito la propria volontà di essere non ospite ma attore nella politica di gestione dei rifiuti, portava con sè il suo problema discarica.
E' noto che la discarica eugubina di Colognola deve avviarsi verso la chiusura per la quale occorre qualcosa come 3 milioni di euro tra interventi immediati e gestione post mortem per gli anni a venire - anche per il mancato accantonamento di queste somme da parte delle Giunte comunali dell'ultimo decennio. La proposta alla Regione della giunta Stirati su questo punto resta quella di far rientrare Colognola nel piano regionale dei rifiuti, accoglierne per una capacità di 100 mila metri cubi, introitare guadagni provenienti dal conferimento estermo e con quelli iniziare il riambientamento.
Di questo al tavolo lunedì non si è parlato e le discariche di conferimento individuate per l'emergenza Perugia sono Città di Castello ed Orvieto con una soluzione che resta tuttavia di tampone. L'altro problema, che non è salito sul tavolo, è stato quello della chiusura del ciclo dei rifiuti: la presidente Marini e l'assessore Cecchini hanno ribadito la volontà di spingere sulla raccolta differenziata che tuttavia a dicembre 2017 era ancora al 61,8% su dato regionale.
L'obiettivo 2018 è il 70%. Rimane in discussione anche il documento “preliminare” del Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani, redatto dalla Oikos progetti srl su mandato dell’Auri in cui si esprime parere favorevole a bruciare css in cementifici , ipotesi contro la quale si è levato il Comune di Gubbio .
Gubbio/Gualdo Tadino
07/11/2018 18:10
Redazione