Non si hanno più notizie da domenica 10 Agosto di Kameleddine Haj Mabrouk, 22enne nato in Tunisia ma residente a Città Di Castello sin dall'età di tre anni, che, in vacanza in Giordania, è stato domenica scorsa perquisito e arrestato dalle autorità del luogo ma, a distanza di tre giorni, non si hanno notizie certe sul suo conto. A sollevare il caso la famiglia del giovane, che dopo aver effettuato l'intero percorso scolastico a Città di Castello uscendo con 100 dall'istituto “Franchetti Salviani” indirizzo informatico, ha avuto l'opportunità tramite borsa di studio di iscriversi al Politecnico di Torino alla facoltà di ingegneria matematica dove, circa un mese e fa, si è brillantemente laureato con 110 e lode. Da sempre vicino alla causa palestinese e alla pace tra i popoli, Kameleddine ha deciso di regalarsi due settimane fa una vacanza premio in Giordania, soggiornando in un hotel nella località di Aqaba, al confine con Israele e alcuni frammenti della Cisgordania. Il volo di ritorno in Italia era previsto per martedi 12 Agosto ma due giorni prima, il 10, Kameleddine è stato perquisito dalle autorità giordane per dei controlli considerati di routine, secondo fonti ufficiali arrivate dal consolato giordano: da lì la famiglia non ha avuto più notizie certe e non è riuscita più a comunicare, presumendo il sequestro sia del computer che del cellulare che il giovane aveva con sè. Si ipotizza inoltre che, avendo tra i propri gruppi Telegram fonti d'informazione vicine al movimento palestinese, le autorità si siano insospettite conducendo il 22enne in carcere dove dovrebbe aver passato un paio di notti. La madre di Kameleddine, notando un movimento sul conto corrente, ha pensato fosse stato rilasciato ed è andata ieri all'aeroporto di Fiumicino dove il figlio avrebbe dovuto far ritorno, ma di lui nessuna traccia. Così la madre assieme alla sorella minore di Kameleddine, Salsabil, si sono messe in contatto con diverse ambasciate, ma trovando solo riscontri discordanti, tra chi afferma che sia ancora in stato d'arresto, chi che sia in attesa del verdetto di un giudice e chi dice che sia stato rilasciato senza però aver ripreso i propri dispositivi. Se è vero che Amnesty International documenta negli ultimi due anni di migliaia di arresti in Giordania per le persone che manifestano solidarietà nei confronti di Gaza, è altrettanto vero che dovrebbe essere consentito al ragazzo la possibilità di comunicare con la famiglia o almeno alle ambasciate di fornire informazioni chiare sulle sue condizioni. Sul caso è attiva la Questura e il Commissariato di Città di Castello con la famiglia che spera di risentire e riabbracciare al più presto il 22enne.
Città di Castello/Umbertide
13/08/2025 13:05
Redazione