Il Procuratore Generale di Perugia Sergio Sottani ha proposto appello avverso la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Perugia nei confronti di Hudson Pinheiro Reis Duarte, accusata dell’omicidio di Samuele De Paoli.
L’impugnazione riguarda la sentenza di assoluzione, perché il fatto non costituisce reato, emessa dal Gup del Tribunale di Perugia, all'esito del giudizio abbreviato, il 28 settembre 2023 e depositata il 18 dicembre scorso.
Nelle oltre venti pagine dell’atto di impugnazione si ripercorre la vicenda, si evidenziano le contraddizioni emerse durante l'interrogatorio dell'imputata e si confutano le conclusioni della perizia e le determinazioni del giudice di primo grado in ordine alla dinamica della colluttazione tra la vittima e l’imputata.
Nell’appello, il Procuratore Generale confuta innanzitutto le dichiarazioni dell’imputata nella parte in cui afferma di aver soltanto allontanato e non cercato di strozzare il suo aggressore. In realtà dalle risultanze mediche viene dimostrato che il decesso è avvenuto a seguito di un’azione di strozzamento.
Il Procuratore Generale offre peraltro una diversa ricostruzione del momento del decesso rispetto alla sentenza di primo grado. Secondo quest’ultima, il rapporto sessuale, la colluttazione e la morte del giovane sono avvenuti tutti all’interno dell’abitacolo della vettura, nella parte anteriore sinistra cioè nella posizione di guida. Il corpo del giovane sarebbe stato trascinato dall’imputata successivamente al decesso, fuori dall’auto e gettato nel fosso. Diversamente, secondo la ricostruzione del Procuratore Generale, la colluttazione, pur iniziata all’interno dell’abitacolo dell’autovettura, è proseguita all'esterno ed il giovane è morto nel fosso. D’altronde, che l’omicidio sia avvenuto fuori dall’automobile e che non ci sia stato trascinamento sembra dimostrato anche dalla posizione del corpo del ragazzo nel fosso, la cui testa è nella direzione dell’autovettura. Secondo l’atto di impugnazione, la vittima voleva far scendere l’imputata dall’autovettura e per questo l’ha aggredita. Quest’ultima ha apposto resistenza e quando il giovane è caduto nel fosso, l’imputata, invece di scappare, come avrebbe potuto, ha seguitato ad afferrare il collo del ragazzo e lo ha strozzato cagionandogli la morte, pur non voluta.
Per queste considerazioni il Procuratore Generale chiede la riforma della sentenza di primo grado con declaratoria di colpevolezza dell'imputata.
Perugia
22/01/2024 12:59
Redazione