Sono 50 le opere che sono tornate a farsi ammirare dopo anni di attesa chiuse nei magazzini comunali. Così, dal 26 dicembre Gubbio può vantarsi di una collezione di arte orientale che in passato aveva attirato l'attenzione anche del museo etnografico di Firenze che ne avveva chiesto l’acquisizione. “La mostra ospitata a Palazzo dei Consoli è solo un allestimento provvisorio - ha spiegato la vicesindaco Pascolini - ma per ora è un buon compromesso”. Cinquanta pezzi principalmente in metallo, mentre gli altri, maschere rituali in legno come vestiti sono da restaurare. Stima dell’intervento 70 mila euro che, promette l’assessore, metterà in rete sinergie quali quelle dell’istituto d’arte ed il comitato di cittadini costituitosi ma anche istituzioni e autorità per raccimolare i fondi. Studio curato dal Museo dell’arte orientale di Roma. Esposte intanto teiere in rame ed argento, coppe con serpenti attorcigliati e la prestigiosa copertina del libro rituale con tre Buddha cosmici. Una gran bella occasione per esperti e non, occasione per la quale si è atteso decenni.