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Piano regionale dei rifiuti: l'Umbria costruirà un termovalorizzatore attivo a regime nel 2030. Intanto, ampliamento discariche

Raccolta differenziata al 74,8 % e la parte di rifiuto residua verrà destinata alla termovalorizzazione in un impianto di nuova costruzione realizzato in Umbria.

Raccolta differenziata al 74,8 % e la parte di rifiuto residua verrà destinata alla termovalorizzazione in un impianto di nuova costruzione realizzato in Umbria.

E' quello che la Regione metterà in campo per chiudere il ciclo di rifiuti e presentato in conferenza stampa dalla presidente Donatella Tesei con l'assessore all'ambiente Roberto Morroni, il dirigente di settore Stefano Nodessi Proietti e il presidente del comitato tecnico scientifico insediatosi in materia professor Gabriele Cruciani. Lo scenario entrerà a regime nel 2030, con otto anni di tempo per dare corpo a questo progetto che dovrà affrontare almeno due temi nei prossimi tre mesi: individuare il sito dove realizzare il termovalorizzatore e bandire la gara esplorativa per la ricerca di un partner privato che almeno inizialmente metta liquidità. 100 milioni di euro il costo dell'investimento complessivo, ammortizzabili, ha spiegato Nodessi Proietti, in un arco di 20 – 30 anni, considerando che conferire in discarica oggi costa 80 – 130 euro a tonnellata, mentre conferire al termovalorizzatore costa 40 – 50 a tonnellata.

Smentita dall'assessore Morroni la notizia, trapelata nei giorni scorsi, di un accordo in maggioranza per individuare nell'area della ex Merloni il sito per la costruzione del termovalorizzatore: "Nei prossimi tre mesi – ha detto – il comitato scientifico, in base a dati e criteri tecnici, individuerà più di una zona , quindi si andrà alla valutazione coinvolgendo anche le comunità locali. " Non un bubbone da affibbiare a un territorio, ha chiosato Morroni parlando dell'impianto, ma una struttura all'avanguardia con emissioni compatibili con una qualità dell'aria di alto livello, un'opportunità di sviluppo per il territorio che lo ospiterà e per le aziende della zona.

Da qui al 2030 resta per la Regione il problema rifiuti. Le discariche che resteranno aperte, tre in totale, andranno in saturazione entro tre anni: Belladanza nel Comune di Città di Castello nel 2022, Borgogiglione nel Comune di Magione nel 2023, Le Crete di Orvieto nel 2024. Verranno ampliate per un milione di metri cubi complessivi, da ripartire tra le tre in modo da poter continuare a ricevere rifiuti fino ad attivazione del termovalorizzatore. Verranno chiuse definitivamente Colognola di Gubbio, Pietramelina nel perugino e Sant'Orsola di Spoleto. Alla domanda su Colognola ( dove oggi il Comune di Gubbio trova difficoltà a reperire soldi per la sua chiusura ) se la Regione possa aiutare o meno economicamente nel portare a termine questa operazione, l'assessore Morroni risponde lapidario: " Pronti a parlare con tutti, ma la chiusura di una discarica a gestione comunale spetta al Comune che a suo tempo ha introitato soldi per il post mortem", una risposta che non è un no secco a un finanziamento, ma gli somiglia molto.

Su Gubbio l'assessore Morroni sottolinea come il piano dei rifiuti non si intersechi in alcun modo con il via libera del css nei cementifici:"L'Umbria - ha detto, ribadito da Nodessi Proietti - non produrrà css perchè economicamente non vantaggioso, anche se era il terzo scenario che il comitato tecnico scientifico aveva individuato. "

Perugia
05/01/2022 13:31
Redazione
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