Sarà presentato oggi alle ore 18,15 presso il Centro Servizi S. Spirito il libro di Anna Maria Trepaoli “Castiglione Aldobrando: una memoria millenaria”, Fabrizio Fabbri Editore. L’iniziativa è organizzata dal Comune e in particolare dalla Biblioteca comunale Sperelliana in collaborazione con Rotary Club Gubbio e l’Archivio di Stato di Perugia. Porteranno il saluto oltre al sindaco, il presidente del Rotary Club Gubbio Giorgio Ciliegi, il proprietario del castello Giorgio Bordoli in rappresentanza della Società Storica Comense; mentre interventi specifici saranno quelli di Clara Cutini direttrice dell’Archivio di Stato di Perugia, e Mario Roncetti della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria. Dominanti uno straordinario orizzonte, il castello e la chiesa di Castiglione Aldobrando, che rappresentano il cuore di quello che per secoli fu il Custrum Castilionis Ildebrandi, si trovano sul confine meridionale del Comune, distanti dalla città 14 chilometri. Risalente quasi certamente all’era bizantino-longobarda, oggetto di guerre e contese tra Gubbio e Perugia durante tutto il tredicesimo secolo, temuta sentinella anche oltre il tempo burrascoso del Medioevo umbro, la fortezza sorge a circa 800 metri di altitudine, sulla sommità di un colle del contrafforte appenninico che si estende tra l’altopiano di Gubbio e l’alta valle del Tevere. «Ci troviamo dinanzi ad un saggio di storia locale – dichiara nella prefazione Giorgio Bordoli, attuale proprietario del Castello – o se si vuole di microstoria, vale a dire dinanzi ad una indagine applicata ad un circoscritto ambito della realtà territoriale ed umana della nostra regione. E tuttavia è un’indagine che non può essere definita “localistica”, particolaristica, chiusa in se stessa, dal momento che essa non esclude, ma anzi esplicitamente si propone di rintracciare e mettere in evidenza ogni possibile e utile riferimento ai grandi eventi e alle grandi correnti della storia universale. » Nel delineare la storia di Castiglione Aldobrando, che per quasi un secolo si è inserita in quella della sua famiglia, Anna Maria Trepaoli, dimostra rigore storiografico e padronanza delle fonti documentarie, uniti ad una vocazione letteraria nella elaborazione del testo. E questo rappresenta il “valore aggiunto” che rende il libro godibile dal principio alla fine.