E' stato rubato un prezioso pannello intarsiato del cinquecentesco coro ligneo della chiesa di San Domenico di Gubbio. Misura 36 centimetri per 50 ed e' scomparso con tutte le cornici entro cui era incassato, che misurano centimetri 46 per 77. Il pannello faceva parte dello schienale del sedile centrale in cui sedeva il priore ed e' a ''tarsia - come dice la scheda tecnica dell'inventario - ornato a candelabro, raffigurante putti tubicini (che suonano uno strumento) ed esseri metamorfici (fantastici) dai quali pendono alle estremita' laterali clessidre e dadi''. Ad accorgersi del furto e' stato oggi il direttore dell' ufficio diocesano dei beni culturali ecclesiastici Paolo Salciarini, che aveva visitato la chiesa solo da pochi giorni e che valuta il furto come una grossa perdita per il patrimonio artistico. Qualche tempo fa nella stessa chiesa era stata rubata la testa di un angelo, staccata da un grande candelabro seicentesco al lato dell'altare. Il coro, cominciato a costruire nel 1511, e' opera del mastro intagliatore Pierangelo di Antonio di Mea di Gubbio, e' composto di due ordini di stalli ed il pannello tolto appartiene al sedile centrale del secondo ordine. I sedili sono 39 nel primo ordine e 24 nel secondo, tutti con schienali decorati con intagli e tarsie. La chiesa di S. Domenico era stata riaperta al culto il 12 marzo 2003 dopo i lavori di restauro per il terremoto del 1997. I predicatori domenicani la edificarono nel 14/o, secolo su un preesistente edificio del 1063, ed ha subito vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Nello spazio del coro preso di mira dai ladri si trova anche il prezioso ''leggio del Terzuolo'', opera cinquecentesca dell' intarsiatore eugubino Mariotto di Paolo Sensi, detto ''il Terzuolo'', che fu esposto anche alla mostra allestita dalla National Gallery di Washington nel 500/o anniversario delle celebrazioni colombiane.