"Grazie a noi, da quando e' partita l'emergenza sisma nell'Italia centrale, non e' stata buttata via neanche una goccia di latte. Sono salite a cento le aziende che ci vendono il latte perche' i loro impianti produttivi sono andati distrutti".
Lo racconta all'ANSA Carlo Catanossi (a sinistra nella foto) presidente del Gruppo cooperativo Grifo Agroalimentare che ha nella produzione di latte e formaggi il suo punto di forza con i tre stabilimenti dedicati di Norcia, Colfiorito di Foligno e Ponte San Giovanni (Perugia). Il colosso cooperativo umbro offre tra l'altro agli allevatori danneggiati un prezzo per il latte superiore al mercato, "37 cent piu' Iva al litro - sottolinea Catanossi - quando le quotazioni nel Nord Italia sono sotto i 34 centesimi". Anche il Gruppo Grifo ha subito danni dall'ultima forte scossa con epicentro a Norcia ma la sua attivita' non si ferma.
"Secondo le nostre stime - osserva Catanossi - il terremoto di domenica scorsa ci ha procurato un danno tra i 700mila e 1 milione di euro al nostro stabilimento di Norcia dedicato alla produzione di formaggi, ma abbiamo gia' finito di riparare i guasti agli impianti e la produzione marcia a pieno ritmo". Ogni giorno, da quando si sono registrate le prime scosse che hanno messo in ginocchio l'Italia centrale, il Gruppo Grifo agroalimentare raccoglie 600 quintali di latte dalle aziende danneggiate dal sisma e con questo latte ha lanciato, in collaborazione con Coldiretti, l'iniziativa 'Caciotta solidale' venduta nei mercati contadini dell'organizzazione agricola con ricavato devoluto ai terremotati. "Ne produciamo mille al giorno - osserva Catanossi - e nei mercati Campagna amica di Coldiretti ne abbiamo gia' vendute ventimila".
La raccolta del latte procede non senza difficolta' vista la situazione delle strade, e in certi casi lo stesso Esercito ha aiutato nella consegna. "Ora il problema grosso e' sulla statale della Val Nerina - dice Catanossi - perche' colpita dalle frane, ma abbiamo avuto autorizzazione a passare con i nostri furgoni carichi di prodotti". Il problema piu' grosso per il Gruppo e' ora quello della commercializzazione di latte e formaggi. "Nelle aree terremotate non arriva piu' gente - rileva Catanossi - ed era proprio tra Marche e Umbria il nostro principale mercato di sbocco, con tanta richiesta anche dai turisti attirati dalle offerte enogastronomiche del territorio. Ma ora non si vede piu' nessuno e anche molti negozi hanno chiuso. Stiamo dunque cercando alleanze commerciali e abbiamo chiesto pure alla Gdo di darci una mano".