Una spesa troppo grande per i municipi, soprattutto per i più piccoli, quella che disciplina l’adozione e l'affidamento di minori in comunità. Quando questi ultimi vengono allontanti per vari ordini di motivi (abbandonati, privi di un ambiente familiare idoneo, stranieri non accompagnati o quelli provenienti dalle aree penali), vengono indirizzati in strutture residenziali socio-educative. A provvedere, per legge, al pagamento di tali strutture: i Comuni di residenza dei minori. Sono loro che si fanno carico di spese ingenti, subito necessarie vista l'urgenza dei provvedimenti, ma soprattutto non prevedibili e preventivabili a bilancio. Per fare degli esempi: lo scorso 30 agosto il comune di Gubbio ha liquidato complessivamente circa 75 mila euro per l'inserimento di due minori in due differenti comunità educative. Nel 2021 un altro comune della zona sociale 7 in tre mesi ha dovuto sborsare 50mila euro per il mantenimento di 4 minori. A Gualdo Tadino per il 2022 il Comune e gli uffici dell'Assessorato hanno previsto una spesa che oscilla tra i 150 e i 170 mila euro per l'allontanamento di 5 minori. Il costo giornaliero delle comunità può arrivare fino a 180€ nel caso di strutture specializzate. La durata varia in base alle differenti necessità. C'è comunque un trend di richieste in aumento dal dopo pandemia, a volte anche inaspettate e che provengono dagli stessi minori in condizione di disagio generalizzato. Nell'ultimo consiglio comunale a Gubbio, i gruppi di maggioranza, su sollecitazione dell'assessore ai servizi sociali Simona Minelli, hanno presentato una mozione, poi approvata, per accendere i riflettori sulla questione e per far sì che il Comune si attivi insieme a quelli della zona sociale 7 e a tutti gli interessati con Regione Umbria e con gli enti di competenza, per cercare di affrontare il problema e le criticità nell’inserimento dei minori nelle strutture protette a livello economico, considerato il progressivo aumento dei minori bisognosi di questo servizio. Il tutto coinvolgendo Anci Umbria e il consiglio delle autonomie locali al fine di coordinare richieste corali e territoriali per ricevere al più presto strategie risolutive, finanziamenti e ristori dai livelli sovracomunali. In altre regioni, ha riferito l'assessore Minelli, sono stati individuati fondi ai quali i Comuni possono attingere per il pagamento di tali rette. Richiesta un'iniziativa analoga anche in Umbria. Il consigliere Michele Carini intervenendo ha sottolineato che la Regione ha già deliberato nel 2021 lo stanziamento di risorse (provenienti dal Fondo Nazionale Politiche Sociali) per far fronte all'esoso pagamento delle rette, ripartite per zona sociale in base a criteri demografici e sociali. Per ora in Alto Chiascio non si sono ancora viste, ma la speranza è che arrivino quanto prima, per dare una boccata d'ossigeno ai Comuni viste le difficoltà che affrontano, soprattutto in questo momento.