Lo scorso 8 settembre, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Spoleto sono intervenuti presso l’abitazione di un uomo che, poco prima, violando le prescrizioni dell’Autorità Giudiziaria, aveva contattato l’ex compagna per chiederle di tornare insieme, minacciando un gesto estremo. La donna, spaventata, aveva riferito agli operatori che per indurla a tornare insieme, l’ex compagno le aveva inviato un messaggio con delle foto riproducenti una pistola e delle cartucce, seguite dalla minaccia di un gesto estremo qualora avesse rifiutato. I poliziotti, a quel punto, dopo aver accertato che l’ex compagno non risultava detentore di armi, si erano portati presso l’abitazione dell’uomo dove, in seguito ad una perquisizione, avevano rinvenuto la pistola – poi risultata essere di libera vendita – e delle cartucce detenute senza alcun titolo di polizia. Per questo motivo, gli operatori del Commissariato lo avevano deferito all’Autorità Giudiziaria per detenzione abusiva di munizioni e violazioni delle prescrizioni previste con l’applicazione della misura cautelare del divieto di comunicazione con qualsiasi mezzo con la persona offesa. L’episodio è stato pertanto segnalato alla competente Autorità Giudiziaria. Il Pubblico Ministero, ritenendo che tale condotta dimostrasse l’inadeguatezza della misura cautelare in atto a contenere la pericolosità sociale dell’uomo, ha immediatamente richiesto ed ottenuto l’aggravamento della misura cautelare, con l’applicazione del braccialetto elettronico per la vigilanza sulle prescrizioni. Una volta emesso il provvedimento, i poliziotti hanno quindi rintracciato l’uomo, provvedendo a dare esecuzione a quanto disposto dal Giudice delle Indagini Preliminari. Si rappresenta che l’indagato deve considerarsi innocente fino a sentenza definitiva di condanna.