Ricercatori, imprenditori, giovani ingegneri, associazioni di settore, giornalisti specializzati, investitori e rappresentanti dell’alta finanza: erano più di 80, mercoledì, le persone che hanno preso parte a Green mobility tra tecnologia, finanza e trasformazioni, gli stati generali della mobilità green tenutisi ad Umbertide, nella sede centrale del Gruppo Smre. Un’occasione per confrontarsi e fare il punto sullo stato della nuova mobilità in Italia, resa possibile anche grazie alla partecipazione all’evento del vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini.
È stato lo stesso Zanchini, in una tavola rotonda con il CEO di Smre, Samuele Mazzini, il Consigliere del CDA Paolo Pietrogrande e il professor Vincenzo Galdi dell’Università di Salerno - in visita in Smre insieme a 36 giovani ingeneri - a parlare di “interessanti prospettive che si aprono in Umbria grazie alla presenza di aziende come Smre, che hanno fatto della mobilità green non solo una prospettiva di sviluppo, ma un vero e proprio modello di business a 360 gradi”. Zanchini, nel fare il punto sullo stato dell’arte della green mobility in Italia, ha parlato di un Paese “molto attento ai temi ambientali in generale, e a quello della mobilità elettrica in particolare, ma ancora indietro sulla strada da fare, a causa di molte lentezze istituzionali e di qualche “deficit di coraggio” da parte dei privati”.
Un coraggio che fino ad ora non è mancato a Samuele Mazzini, CEO di Smre, che ieri ha guidato i presenti (tra gli altri anche molti manager di aziende operanti nei settori dell’energia) a conoscere Iet, la business unit del gruppo che sviluppa componenti per la mobilità elettrica. Proprio Iet è stata scelta dalla FIA, Federazione Internazionale dell’Automobile, quale fornitore esclusivo per il campionato mondiale dei go-kart elettrici. Un ulteriore motivo di soddisfazione per un Gruppo, come ha sottolineato in più riprese Mazzini, “che oggi stesso è in grado di fornire al mercato risposte immediate alla domanda, sempre più urgente, di risparmio di emissioni e, perché no, anche di risparmio economico”.
I giovani ingegneri dell’Università di Salerno hanno anche visitato la sede di Tawaki, la joint venture di Smre che produce batterie, il “cuore” elettrico della mobilità green del Gruppo, toccando con mano come l’Umbria, oggi, non sia più soltanto regione di bellezze naturalistiche e architettoniche, ma stia sempre più affermandosi come realtà industriale e tecnologica.
Un passo reso possibile anche grazie al lavoro di aziende, come SMRE, in prima fila in un settore di sviluppo centrale quale quello della mobilità elettrica. Un unicum nel panorama nazionale, e certo anche, come si è sottolineato ieri da più parti, una bella occasione di rilancio e ripartenza per l’Umbria dell’industria e della tecnologia.
Città di Castello/Umbertide
08/06/2018 16:50
Redazione