A Città di Castello pomodori, zucchine, insalate, patate e verdure sono "bio-solidali" grazie agli ortolani della solidarietà e inclusione. A coltivarli sono infatti anziani e persone con disabilità ogni giorno insieme protagonisti di un progetto pubblico "green", gli orti sociali. Il terreno è di proprietà comunale, suddiviso in 124 appezzamenti di 100 metri quadrati ciascuno assegnati ai richiedenti attraverso precise regole e disposizioni, gestito dalla Cooperativa "La Rondine a Maccarello". I quattro "ortolani" assegnatari di due appezzamenti di terreno da parte del Comune - si legge in una sua nota - il lunedì, martedì e giovedì, sotto lo sguardo vigile di due operatori seguono tutta la produzione mettendo in pratica le competenze acquisite accettando i consigli dei più esperti anziani e pensionati. La coltivazione dei prodotti e il contatto con la natura diventano quindi strumenti preziosi di un'azione educativa e lavorativa insieme con una forte valenza ergo-terapica. Grazie ad un progetto denominato "Vivo in Centro", i ragazzi sperimentano poi la vita in autonomia in un contesto protetto ma realistico. Uno spazio in cui i giovani possono mettersi alla prova, imparare a gestire piccoli compiti quotidiani, organizzare il proprio tempo, convivere con i coetanei e, soprattutto, acquisire fiducia in sé stessi. Le zucchine, pomodori, insalata e ortaggi vari che producono nei loro due appezzamenti degli orti sociali poi vanno a finire in parte sulla loro tavola e alla Cooperativa di agricoltura sociale a cui appartengono, "La Rondine a Maccarello". "Questo progetto ci vede ancora una volta protagonisti della comunità attraverso uno scambio intergenerazionale - ha sottolineato Marco Romanelli presidente della Cooperativa La Rondine a Maccarello - dove si va oltre il concetto di disabilità e di terza età, ma si parla di persone, persone che rendono possibile il successo di progetti sociali. L'impegno del gruppo di ragazzi durante la settimana permette non solo di rafforzare le loro competenze, ma anche nel creare legami e relazioni con i pensionati presenti presso gli orti, possiamo definirlo uno scambio di saperi reciproco".